Lambro, dura accusa di Allevi:«La Lombarda è responsabile»

Lambro, dura accusa di Allevi:«La Lombarda è responsabile»

Monza – Non solo le cisterne non dovevano contenere tutto quel gasolio, ma «Lombarda Petroli non ha allertato le autorità competenti, facendo perfino resistenza». Si sono aggravate nel giro di ventiquattro ore le responsabilità dell’azienda di Villasanta, origine di un disastro ambientale senza precedenti in Brianza e non solo. È stato il presidente provinciale Dario Allevi a dirlo senza mezzi termini, aggiornando la situazione mercoledì intorno alle 13.
«È stato il depuratore di Brianzacque a salvare il Lambro e il Po – ha detto Allevi – perchè non è riuscito ad intercettare soltanto la prima ondata di gasolio e idrocarburi, ma si è attivato subito dopo riuscendo ad assorbire il 70-80% del liquame inquinante finito nelle fognature».

Falda acquifera.
I tecnici hanno già accertato con sicurezza che la falda acquifera non è stata raggiunta dal liquame inquinante, tuttavia nel primo pomeriggio di ieri sono iniziate delle ispezioni cautelative in questo senso. Ma visto che il sabotaggio si è verificato tra le 4 e le 6 e che a Brianzacque ci si è accorti di qualcosa di anomalo intorno alle 8.30-9, se Lombarda Petroli avesse avvisato immediatamente di quanto stava accadendo, forse si sarebbe potuto fare molto di più. «Se lo avessimo saputo solo un attimo prima, avremmo potuto evitare anche la prima ondata – ha proseguito Allevi – Invece Lombarda Petroli non ha nemmeno dato l’allarme: è stata la Provincia di Monza ad allertare la Polizia provinciale, dopo che Brianzacque ci ha avvertiti, e quando le autorità si sono presentate ai cancelli dell’azienda, è stata posta resistenza e non si è potuti entrare fino all’arrivo dei carabinieri».

Atto doloso.
Certa ormai anche l’origine dolosa di quello che Allevi ha definito «attentato a migliaia di cittadini e all’ambiente», come è certo anche che soltanto degli esperti, probabilmente più di due persone, sarebbero stati in grado di aprire le valvole e di capire la quantità di gasolio e idrocarburi presenti nelle cisterne: dunque, i responsabili sapevano anche quali silos potevano essere sabotati.
«L’unico interrogativo – ha concluso Allevi – riguarda le intenzioni degli autori di questo attentato: al momento non sappiamo se fossero consapevoli di quanto stavano causando, oppure se la situazione gli è sfuggita di mano». Intanto il sito di Lombarda Petroli è stato dichiarato «in sicurezza», dopo il lavoro di un’azienda specializzata che ha coperto con dei teloni la terra contaminata ed eseguito una serie di bonifiche preliminari urgenti. D’altra parte, invece, il depuratore dovrà fermarsi per circa tre settimane, una necessaria per lo smaltimento delle scorie e due per la manutenzione straordinaria. Nella giornata di martedì già 200 tonnellate di liquame rappreso sono state portate nei diversi siti di stoccaggio, mentre mercoledì era prevista la rimozione di 1.500 tonnellate.

Sud Milano.
Se la salute non è in pericolo per Monza, diversa è la situazione a Sud di Milano dove il Lambro è utilizzato per irrigare i campi: «La Regione ha già chiesto lo stato di calamità – ha fatto sapere l’assessore Massimo Zanello – perché in quelle zone il pericolo di inquinamento della falda esiste». In queste ore il governatore della Regione Roberto Formigoni sta valutando insieme ai tecnici i termini di un’ordinanza, da emettere in giornata, per garantire lo smaltimento in sicurezza del materiale inquinante.
Luca Scarpetta