Lambro, disastro e avvelenamentoLombarda sottoposta a sequestro

Monza – Che si tratti di un sabotaggio è implicito nell’iscrizione del titolo di reato: disastro ambientale e avvelenamento delle acque. Questi i reati ipotizzati dal sostituto procuratore Emma Gambardella, che ha aperto un fascicolo di inchiesta per adesso contro ignoti. Non un’ipotesi colposa, dunque, ma al contrario provocata da un atto doloso. Quella di mercoledì è stata una giornata di consultazioni ininterrotte tra gli inquirenti. Per il momento, da piazza Garibaldi si rifugiano dietro dichiarazioni di circostanza: “le indagini sono aperte e nessuna ipotesi vieve scartata a priori”. Per il resto, lo stato delle indagini, alle battute iniziali, è top secret.

Il pm ha affidato l’incarico di condurre gli accertamenti ai carabinieri della compagnia di Monza, in collaborazione con i loro colleghi specializzati del Noe (Nucleo operativo ecologico) e della polizia provinciale. I militari di via Volturno si occuperanno della parte relativa alle cause del disastro. Il loro compito è cercare i responsabili. I primi atti consistono dunque nell’interrogare i dipendenti e i dirigenti della Lombarda Petroli, l’azienda da cui è nato il disastro, chiarire compiti e responsabilità all’interno della stessa, e tutto ciò che possa portare all’individuazione del singolo o dei più autori, siano essi dell’azienda o esterni alla stessa. Gli specialisti del Noe, si occuperanno più in particolare dell’entità del danno ambientale e del funzionamento dei serbatoi da cui è stata provocata la fuoriuscita di olii combustibili che hanno avvelenato il Lambro. Il lavoro del Noe, peraltro, si estenderà anche in tutte le altre provincie coinvolte dall’imponente sversamento.

E’ stato formalizzato il provvedimento di sequestro penale dell’azienda di Villasanta, e di tutta la documentazione della società. Da giovedì mattina sui cancelli campeggiano gli avvisi del provvedimento disposto dal pm.

Nel primo pomeriggio di mercoledì, il sostituto procuratore Gambardellla, e il capitano Luigi D’Ambrosio, comandante della compagnia carabinieri di Monza, si sono recati personalmente all’interno del perimetro della Lombarda Petroli per un primo sopralluogo investigativo sul posto. Inevitabile anche, una consulenza sui meccanismi di funzionamento dei serbatoi della Lombarda Petroli. Al vaglio degli inquirenti, anche l’ipotesi del mancato funzionamento dei sistemi di sicurezza dell’azienda stessa, secondo quanto sarebbe trapelato dai primi accertamenti effettuati dagli agenti della polizia provinciale di Monza. Altri accertamenti sulla segnalazione relativa ad altri sversamenti di carburante che sarebbero avvenuti nei giorni scorsi, in quantità però decisamente inferiori, e peraltro non dalla Lombarda Petroli. Il reato ipotizzato dalla procura brianzola, al momento, è quello previsto all’articolo 434 del codice penale. La norma regola il “crollo di costruzioni, o altri disastri dolosi”, e prevede la punizione per chiunque commette atti diretti a cagionare crolli o altri disastri. La punizione, nel caso avvenga il disastro, va dai tre, ai dodici anni di reclusione.
Federico Berni