La doppia sconfitta Mondiale Male in campo, male in tv

La doppia sconfitta Mondiale
Male in campo, male in tv

Monza – State seguendo i Mondiali di Sud Africa? In tv, intendo. Immagino di sì. Bene, se non siete abbonati a Sky, in particolare se dovete affidarvi a mamma Rai, ho buone ragioni per supporre che agra e frustrante debba essere la vostra vita di calciofili legati alle “dirette” e agli approfondimenti. In simili occasioni – grandi eventi, tipo Olimpiadi o appunto Mondiali non solo di football – l’emittente di Stato tende puntualmente a dare il peggio di sé. Eserciti di tecnici e di inviati, che a spese del contribuente confezionano prodotti giornalistici troppo spesso di basso livello e scarsa professionalità.

Turbe di raccomandati, in vacanza più che in missione lavorativa. E’ successo purtroppo anche questa volta, per la spedizione a casa Mandela. Un allegro carrozzone, a costi che è difficile ritenere adeguati ai risultati conseguiti, all’altezza delle aspettative per così dire del cliente, il telespettatore, colui che paga il cànone e giustamente pretende rispetto. A fronte di ottimi professionisti, che pure non mancano nel variegato panorama della Tv di Stato, un’insopportabile plétora di raccomandati (e raccomandate, tanto per non salvare belle e fatue presenze femminili), purtroppo la maggioranza. Una maggioranza, ahinoi, non certo silenziosa. Una maggioranza, viceversa, petulante, aggressiva, preoccupata solo di occupare spazi nel segno quasi di un manuale Cencelli di non sopìta memoria: adesso deve partire il contributo che abbiamo realizzato noi da qui, poi andrà il servizio patinato della giornalista della vostra sede: oh, la “scaletta” del programma è cosa nostra, non so se ci siamo spiegati. Lottizzazione selvaggia perfino a questi livelli.

Esemplare in tal senso la tribolata navigazione di “Notti mondiali”, il programma di approfondimento condotto da Iacopo Volpi in diretta da Johannesburg, e in coordinamento – teorico, perché si finisce sempre in realtà in termini di contrapposizione – con la redazione romana posta per l’occasione a Piazza di Siena, location celebre per il concorso equestre di livello mondiale che vi si disputa ogni anno. A Roma imperano, o vorrebbero imperare, due giganti dell’informazione e dell’intrattenimento come Giampiero Galeazzi e Maurizio Costanzo, stancamente manovrati da una diàfana Paola Ferrari, il cui sorriso è sempre più simile a una felicissima parési. Vorrebbero, appunto. Perché il maligno Iacopo – che ride da solo delle sue imbarazzanti battute di spirito ma è pur sempre il capocomico – toglie loro spazio, anzi, gli chiude il microfono magari per darlo a Tombolini, a Mazzola, a Collovati, a Zazzaroni, il che, visto dalla parte di Giampiero&Maurizio, è francamente troppo. 

E pazienza se le interviste dei due “ragazzi terribili” (bah) sono la summa dell’inutilità. Pazienza se sono davvero imbarazzanti le gag di due grandi ex giornalisti: ad esempio fanno un saltino all’unisono sulla panchetta e insieme esclamano “rientriamo nel solco”, quando intendono ritornare a bomba sull’argomento che loro stessi, per primi, hanno contribuito ad affossare. Che rimpianto per il Costanzo di “Bontà loro”, di “Acquario”, del “Maurizio Costanzo show”. Quello che vediamo in queste serate, impegnato a strappare il pallino a Iacopo l’Accentratore, dev’essere una sua stracca controfigura. Coraggio, stasera gioca l’Italia. Forse basterà un pareggino per non dover fare da sùbito le valigie. Perché l’avventura azzurra continui, siamo disposti a digerire fino alla prima decade di luglio l’insulsa guerra tv di Iacopo e dello (psuedo) Maurizio.
Giancarlo Besana