Jena ridens dall’11 a Binario 7Intervista ad Alfredo Colina

Jena ridens dall’11 a Binario 7Intervista ad Alfredo Colina

Monza – “Siamo in un momento in cui forse troppo spesso la tv ci lascia quanto meno perplessi di fronte alla sua eccessiva invadenza e al suo cinismo, proprio per questo è nata questa commedia: si propone di far divertire su un argomento che nella realtà ci fa soprattutto arrabbiare”. Paola Galassi è autrice (insieme ad Alessandro Betti) e regista di “Jena ridens”, una produzione de La Bilancia di Roma, in scena al Binario 7 dall’11 al 13 dicembre. Tra i protagonisti Alfredo Colina, monzese, alle spalle una carriera ultraventennale divisa tra teatro, tv e cinema. Insieme a Corrado Accordino dirige la Scuola delle Arti all’Urban Center. Lo abbiamo intervistato.

Come è nata la commedia?
“L’idea iniziale è stata di Alessandro Betti, il ‘Sandro’ di Buona la prima, con Ale e Franz su Italia 1. E’ seguita la prima stesura insieme a Paola Galassi. Poi, com’è nello stile del nostro gruppo, abbiamo messo le idee sul palco, quasi fossero un canovaccio. Un lavoro simile a quello della commedia dell’arte. Si è giunti così alla versione definitiva. Il debutto è avvenuto due anni fa al Teatro dei Servi di Roma. Un mese di repliche e un grande successo. Siamo andati poi a Torino, nelle Marche, in Abruzzo. A gennaio saremo al Filodrammatici”.

Che tipo di comicità è la vostra?
“Tendiamo ad una comicità di situazione, fisica, fatta di sguardi, pause. Una comicità teatrale tipica della commedia all’italiana. Niente a che vedere con quella televisiva basata sulla velocità e le battute. Le battute sono sempre supportate da eventi”.

In breve, cosa succede nella commedia?
“Il direttore di una banca, una delle sue guardie giurate e due ladri pasticcioni si trovano chiusi nel caveau a causa della sbadataggine dei due cialtroni prestati al crimine. Il pericolo incombe a causa di un sistema di aerazione sofisticato che la caratteristica di ridurre progressivamente l’emissione dell’aria. Come ingannare il tempo in attesa di essere salvati? Ci penserà la tv. Non da semplici spettatori, ma da veri protagonisti. I personaggi sono interpretati nell’ordine da Alessandro Betti, Ottavio Bordone, Ussi Alzati e da me”.

Come ti sei accostato al teatro?

“Per mantenermi agli studi di architettura, d’estate facevo animazione nei villaggi turistici. Un signore mi fece i complimenti e mi disse: perché non fai l’attore? Tentai un provino alla scuola di Quelli di Grock e mi presero. Quando comunicai la notizia ai miei genitori per poco non svennero”.

In tv hai lavorato spesso col mago Forrest.
“E’ molto divertente lavorare con lui, ha una comicità particolare. Io gli faccio da spalla: poche battute e tante situazioni di grande complicità”.

Come va la scuola delle Arti?

“Siamo al secondo anno di attività, con 200 iscritti, seguiti da un corpo insegnanti molto qualificato. Proponiamo corsi variegati, dal teatro alla danza al canto.

Modesto Panizza