«Io, i Modà e il nostro festival»Arrigoni racconta Sanremo 2011

«Io, i Modà e il nostro festival»Arrigoni racconta Sanremo 2011

Monza – C’è un monzese di nascita tra i cinque applauditissimi neoromantici dati per favoriti a Sanremo dai bookmakers. Stiamo parlando dei Modà, band pluripremiata (Wind Music Awards, Venice Music Awards; con gli ultimi singoli, “Sono già solo” e “La notte”, hanno raggiunto i 110,000 download), in gara tra i Big con il brano “Arriverà” eseguito con la partecipazione di Emma, vincitrice della scorsa edizione di “Amici”. Il monzese del gruppo “rivelazione 2010” capitanato da Francesco (Kekko) Silvestro (voce) è il chitarrista Diego Arrigoni. “Sono nato in clinica Zucchi. Mentre sono cresciuto a Brugherio”, spiega. Ieri è uscito il loro nuovo album di inediti, “Viva i romantici” (Ultrasuoni): contiene anche la canzone d’amore del Festival, un pop melodico con un mood più rock, reso da un riff di chitarre elettriche. Quelle appunto di Arrigoni.
Per la puntata sanremese di stasera, dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia, canterete con Emma il leggendario “Here’s to you – la ballata di Sacco e Vanzetti”, versione riarrangiata, in italiano, con un paio di strofe in inglese. Perché questo grande pezzo di Joan Baez -Ennio Morricone?
Vogliamo ricordare Sacco e Vanzetti, due italiani innocenti mandati a morte in quell’America che considerava di serie b i nostri emigrati. Non dimenticare simili ingiustizie significa ricordare la nostra storia.
Arrigoni, come vivi questa nuova esperienza sanremese (Diego era a Sanremo anche nel 2005 sempre coi Modà, ma nella categoria giovani)?
E’ il coronamento di un anno fenomenale e inaspettato, dal successo dei due singoli, fino al tour sold out nei palazzetti di quest’inverno. Arrivare al Festival con queste credenziali, ti dona una sicurezza, e soprattutto più serenità. Il palco dell’Ariston è sempre il più affascinante e prestigioso, perciò va affrontato al massimo delle tue possibilità. Nel 2005, entrammo dalla porta di servizio e uscimmo da quella del retro: andò molto male. Quest’anno a differenza del 2005 è un sogno che all’epoca sembrava solo follia.
Esibirsi con Emma?
Significa fondere due mondi lontani ma anche incredibilmente vicini. Se lei è arrivata al successo grazie ad “Amici”, noi ci siamo riusciti tramite mezzi più convenzionali, concerti, radio, internet e uno zoccolo durissimo di fan. Emma è una fantastica cantante e interprete.
Domani sera, quando i Big saranno accompagnati da ospiti, voi uscirete con Francesco Renga.
Altro sogno che diventa realtà. Renga è una delle voci più belle del panorama italiano. Per me, una grande emozione.
Tu suoni nei Modà dall’estate del 2002.
Prima, girai con svariate formazioni blues e rock. La mia attività dal vivo è iniziata nel ‘97, ed è sempre stata intensa, fortunatamente.
A quanti anni hai iniziato a suonare la chitarra?
A 8 anni simulavo le canzoni con la racchetta da tennis. Subito dopo mio padre mi regalò la prima chitarra, e mi mandò alla scuola di musica Guido d’Arezzo di Melzo. Proseguii con vari insegnanti privati.
Il meccanismo del televoto ti preoccupa?
No. Pensiamo solo a trasmettere emozioni.
Hai ambizioni da solista?
Al di fuori dei Modà ho un gruppo prog-funk, i “Fixforb”, con Stefano Forcella, bassista dei Modà, e Milly Fanzaga, un amico batterista, con i quali ho pubblicato un cd. Non ci esibiamo di frequente, dato il genere un po’ cervellotico. E’ un’occasione per suonare cose che mi appartengono.
Tra i Big di quest’anno chi ti affascina di più?
Battiato, per il suo essere schivo, anticonvenzionale e artista fino in fondo”. Il tuo rapporto attuale con Brugherio? “Ci vado almeno due volte al mese. Ho dei cari lì. E’ bello: mi riporta all’infanzia. Sensazione che ho sempre considerato piacevole.
Mariella Radaelli