Intellettuali, i volti di Pigazzinialla saletta reale della stazione

Intellettuali, i volti di Pigazzinialla saletta reale della stazione

Monza – Volti di artisti noti e meno noti. Volti passati negli spazi espositivi milanesi a partire dalla seconda metà degli anni ’70 fino agli anni ’90. Sono questi i volti immortalati da Vittorio Pigazzini in una mostra che, inaugurata la scorsa settimana, sarà visitabile fino a sabato 26 giugno. Sede della rassegna espositiva è la saletta reale della stazione, consueta per le manifestazioni degli Amici dei Musei. Anche la mostra di Pigazzini è infatti organizzata dall’Associazione di cui è presidente Gigi Caregnato. Curatore, ancora una volta, Alberto Crespi, che spiega: “Per Pigazzini, il ritratto fotografico, antica passione, si declina comunque in più accezioni: quella naturalistica e quella figurativa, avente come soggetto pittori,scultori, critici che diventano veri e propri attori, colti volentieri in azione”.

Accanto all’amico di lunga data Maurice Henry, surrealista dallo spirito sovversivo, ritratto in una raffica di scatti incentrati sulla carica di humour sprigionata dal volto e sulla naturale eleganza del suo semplice vestire, Pigazzini ritrae anche i decani dell’arte italiana come Luigi Veronesi, Galliano Mazzon, Gino Meloni, seduto nel proprio studio alla metà degli anni ’80, il caratteristico basco sul capo; e Pietro Consagra, al lavoro su intere pareti col suo segno atto a scandire sequenze di forme astratte; Giulio Turcato ed altri nomi noti come Mario Nigro, Mario Rossello, Emilio Isgrò, Remo Remotti. Ed altresì due nomi chiave della cultura italiana: Carlo Bertelli, fotografato l’ultimo giorno da Sovrintendente a Brera nel 1986, e Gillo Dorfles.

”L’amicizia –continua Crespi- movente primo dei ritratti fotografici oggi esposti da Vittorio Pigazzini, grande appassionato d’arte moderna e contemporanea, in particolare della pittura astratta ed informale, offre al fotografo monzese la possibilità di indagare con libertà tra le pieghe degli atteggiamenti degli artisti”.

Nate senza l’obbligo della pubblicazione, queste immagini sono diventate preziose per gli artisti stessi proprio per la familiarità che mettono in scena, nel loro apparente disincanto. In effetti, impeccabili nell’inquadratura e bilanciati alla perfezione a livello compositivo, raffinati nel dinamismo dei contrasti, capaci d’esser perentori e taglienti quanto di morbidissimi passaggi chiaroscurali, questi ritratti d’artista si pongono sicuramente come documento di un’epoca ma, per sicurezza di gusto, testimoniano insieme un’attenzione fortemente partecipata e un significativo coinvolgimento dell’autore nelle suggestioni della creatività artistica, essenziali in ogni tempo.
E.L.