Il libro

Monza – Dopo “L’ispettore Marker” anche la seconda prova di Barbara Stella, fa centro. L’ambientazione di “Notte al Green Park” è californiana,ma la scelta dei luoghi è solo un pretesto. Certo nelle prime pagine c’è la baia di San Francisco,la strada verso Sacramento,ma all’autrice non interessano i grandi spazi della Gold Country,perché tutta l’azione è circoscritta alle stanze della locanda Green Park, al giardino con il suo labirinto e ad una misteriosa vecchia casa. In questo breve raggio d’azione si muovono tutti i personaggi in scena. Qui succede tutto quello che deve accadere,spesso con l’oscurità a fare da complice. Lasciato l’ispettore Marker al suo destino, dalla creatività feconda di Barbara Stella nasce ,per questa seconda prova, lo sceriffo Garrison. E’ “un osso duro”, “uno tosto”, ma non è lui a tirare le fila della storia. Certo,come ogni bravo sceriffo, è sempre nel luogo giusto al momento giusto, passa notti insonni, mette sotto pressione gli indagati,non dà confidenza a nessuno ma ,almeno all’inizio, sbaglia il bersaglio. Il ruolo centrale è tutto di Philip Dalton, cantante lirico di successo con qualche problema con l’alcol, una passione per le gomme alla cannella,ma ,soprattutto, un passato con cui fare i conti. E’ una figura malinconica questo Dalton: è chiaramente in un momento di bilanci della sua vita. Ama ancora essere al centro dell’attenzione, adora essere lusingato e firmare autografi,ma si sta chiedendo se tutto questo abbia ancora un senso. Dalla sua decisione di fare una sosta alla locanda del Green Park prende avvio tutta la storia,da quel momento il destino sembra accanirsi contro di lui. Eccolo dunque, e qui sta uno dei punti di forza del testo, ad essere al contempo indagato e investigatore. Ogni personaggio che entra in scena ha una storia da raccontare e, come una compagnia di attori, quasi nessuno è chi dice di essere, tutti interpretano un ruolo. C’è per ognuno di loro,per Josh e la moglie, per la bella Catherine o la dolce Susy,per il vice sceriffo e lo stesso Dalton, un segreto, un passato che ritorna, una tragedia sopita che riaffiora nel breve lasso di tempo in cui si snoda la vicenda. E’ questa capacità di tratteggiare in poche righe il carattere di ogni personaggio, di dire e non dire, a catturare l’attenzione del lettore , a spingerlo sempre una pagina più in là, a stuzzicare la voglia di mettersi nei panni dello sceriffo e arrivare prima di lui alla soluzione dell’enigma.
Rosella Redaelli