Il Giro d’Italia passa da Monza A maggio si corre in Brianza

Il Giro d’Italia passa da Monza A maggio si corre in Brianza

Torino – Il Giro d’Italia torna a sfiorare il volto della Brianza, dopo un 2009 di sguardi a distanza e niente contatti. A Monza, del gruppo se ne era orfani da ancor più tempo e ritrovarsi insieme era ormai divenuto irrinunciabile. Lo si fa nell’edizione che magnifica il 150esimo dell’unità nazionale, con un filo rosa che tesse il vestito dell’edizione numero 93. Sarà il 27 maggio, giorno della 19esima tappa, quella di una Pedemontana a pedali che unirà Bergamo (unica Provincia a consegnare agli almanacchi quattro vincitori) a Macugnaga. Dopo neanche dieci chilometri dal via, la carovana attraverserà Trezzo per raggiungere Vimercate, quindi Monza e via alla volta della Brianza occidentale, con Varedo e poi Solaro e Saronno.

La presentazione
È il teatro Carignano, a pochi passi da dove si chiuderà la crono a squadre del 7 maggio, ad aprire il sipario sul nuovo Giro. Come lo fu la Fenice di Venezia, l’Arcimboldi a Milano, ma anche il non altrettanto suggestivo studio di X Factor più di recente. Di fascino da vendere ne ha però questa nuova edizione della Corsa rosa. Perché calza bene tutto lo Stivale, ma soprattutto perché è viva, senza tappe anonime, perché è dura. Non è un Giro da cartolina, come forse fu un paio di edizioni addietro, nonostante la sua forte caratterizzazione simbolica. Con il passaggio da alcune città simbolo di una storia nazionale che per un terzo si è accompagnata proprio all’italica corsa a pedali, «la manifestazione sportiva più controllata al mondo», spiega Andrea Monti. Il direttore della Gazzetta lo afferma ricordando gli oltre 500 controlli antidoping dello scorso anno. E per vincere i sospetti e anche i semplici aloni di dubbio, la carovana riparte forte con i numeri record degli ascolti dello scorso anno, ma anche dalla rinnovata voglia di riproporre gli sterrati tanto cari proprio al Giro vinto da Ivan Basso.

Un Giro in salita
Saranno quasi 25 i chilometri da fuori strada, nei 3496 totali. Solo quattro in meno della soglia consentita, per una media di 166mila metri al giorno attraverso le 17 Regioni, le 62 Province e i 500 Comuni che aspetteranno il ronzio del gruppo avvicinarsi. Prima dell’apoteosi sotto la Madoninna («Perché il Giro mancava a Milano quanto Milano mancava al Giro» spiega Angelo Zomegnan), largo al Grossglonkner, al Crostis e allo Zoncolan, ma anche il Giau e il Fedaia, con Tonale, Aprica e Ganda, Colle delle Finestre e Sestriere.

Stefano Arosio