Il gioco dell’oca della Brianza,novità che arriva da Como

Il gioco dell’oca della Brianza,novità che arriva da Como

Monza – Il cruscotto di una Formula 1 vista da dietro. L’auto sta affrontando la curva di Lesmo, ma sul bordo sinistro compare un’ochetta rossa: questa volta porta male. Non si tratta di un videogame, ma sempre di un gioco: classicissimo: ”Il gioco dell’ oca”, con una novità: ”della Brianza”. La situazione sopra descritta è il disegno della casella numero 79, la curva di Lesmo. Chi si ferma lì, paga pegno: ”In curva sei andato troppo forte – recita il regolamento – torna alla casella 64”. Un gioco semplice e antichissimo, pare che fosse in uso fin dalla seconda metà del ‘600, adatto a grandi e piccini, di almeno 5 anni. Non c’è da pensare ma solo da affidarsi alla fortuna: si tirano i dadi e si muove l’ochetta segnapasso.

Il cammino è un viaggio attraverso le tre Brianze: comasca, lecchese e brianzola. Casella uno: i corni di Canzo, si scende a Tavernerio, si ascoltano i firlinfoue di Erba. Prima ochetta rossa a Valmadrera: il fabbro lavora, lo devi aiutare, stai fermo due giri. E poi via ancora, fissando lo sguardo del Parini a Bosisio, sua città natale, lasciando alle spalle l’imponente, amata-odiata, cementeria di Merone. Quindi il Lecchese, il Meratese e infine la Brianza. Prima città Besana con la sua stazione, ultima Monza, casella numero ottanta, la più grande con la riproduzione del’arengario e degli affreschi del duomo, opera degli Zavattari, che riproducono la vita della regina Teodolinda.

L’idea – che è già realtà, essendo in ditribuzione nelle librerie da 15 giorni, costo 19,50 euro – arriva da Alessandro Dominioni, 57 anni, titolare della omonima libreria di via Dottesio a Como. «Un giorno – ci racconta – indagando negli scaffali della libreria mi sono imbattuto in un gioco dei primi anni del Novecento: era un Giro del mondo, ogni nazione una casella. Mi è venuto in mente di tramutarlo in un gioco dell’oca ambientato nella geografia locale. Ma quello del lago di Como c’era già, opera di un mio caro amico editore, così ho pensato alla Brianza». Da qui l’incarico alla disegnatrice Laura Marelli, di Cucciago, fissando il numero del viaggio a 80 come era quello dell’antico gioco ritrovato. «Punto di riferimento – continua Alessandro – è stato il libro ”La grande Brianza” di Remo Grigliè e autori vari (un testo del 1978, ndr). Lì compaiono 151 comuni: ho dovuto scegliere, per fare figurarne 80».

Lo stile è semplice e il contenuto è di richiamo popolare: Arcore è raffigurata da una bella moto Gilera, Desio da una Fiat, Barlassina da un simpatico muso di asino, Giussano dalla svettante statua di Alberto da Giussano. Sei ochette di plastica colorate fanno da segnaposto; piccole ochette rosse disegnate nelle caselle portano fortuna o sfortuna ai concorrenti. Attenti ad Arcore, ad esempio, città dove nacque la moto Gilera: qui il regolamento recita: ”Con la moto corri avanti di 3 caselle”. Insomma, il richiamo alla memoria (qui è letterale, perchè la produzione Gilera è stata spostata a Pontedera) si aggiunge all’ironia con cui si deve accettare quel che può capitare nel reale. Qualche volta va bene…
Antonello Sanvito