I monarchici ricordano l’eventoCorteo alla Cappella Espiatoria

I monarchici ricordano l’eventoCorteo alla Cappella Espiatoria

Monza – Il re è tornato a sfilare a Monza. Portata dalle Guardie d’onore delle tombe reali del Pantheon di Roma, l’effige di Umberto I, il re assassinato a Monza il 29 luglio del 1900, è stata portata in corteo, sabato scorso, dalla piazza del duomo fino alla cappella espiatoria. E fa niente se la cerimonia quest’anno si è tenuta quattro giorni prima della ricorrenza. Come ogni anno, i monarchici di tutta Italia si sono dati appuntamento in città per ricordare il regicidio di Umberto I, figlio di Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia. Una cerimonia “fuori dal tempo” per molti, sicuramente per i più. Un vero e proprio atto di fede, invece, per gli incrollabili monarchici che dedicano parte del loro tempo a perpetrare la memoria, i gesti e le imprese di casa Savoia.

Ovunque, sulle divise delle Guardie d’onore così come sulle bandiere tricolori dell’Italia monarchica, era ben visibile lo stemma dei Savoia, la croce bianca su sfondo rosso. Su tutte le bandiere, tranne che su una: una sciagurata Guardia deve aver sbagliato drappo, portando in processione il Tricolore senza simbolo reale. Insomma, la bandiera dell’Italia repubblicana. Lesa maestà. Prima che il corteo muovesse, hanno fatto il loro ingresso in piazza duomo i gonfaloni della Provincia di Milano e della Regione Lombardia (istituzione nata con la Costituzione repubblicana). A far da sottofondo musicale, il Canto degli italiani, l’inno dell’Italia repubblicana. Insomma, il “Fratelli d’Italia…” di Mameli, scritto nel Risorgimento ma adottato come inno nazionale il 12 ottobre del 1946. I Savoia se n’erano già andati in esilio.

Impossibile non notare, in mezzo a un trionfo tricolore, una bandiera spagnola. Omaggio ai Campioni del mondi di calcio? «Neanche per sogno – ha prontamente risposto uno degli organizzatori -. Si tratta di una signora spagnola, una borbonica, che ha chiesto e ottenuto di poter sfilare con la bandiera del suo paese, dove c’è ancora la monarchia ». Guidati dal corpo musicale di Valbrona, i monarchici sono partiti alla volta della Cappella espiatoria. Tra le autorità l’assessore monzese al Decentramento Lucia Arizzi, quello provinciale alla Pianificazione territoriale Antonino Brambilla e il sindaco di Alessandria Piercarlo Fabbio. Destando, sicuramente, la curiosità dei non molti monzesi rimasti in città. Tutti i passanti in via Carlo Alberto hanno guardato con curiosità e sorpresa il colorato serpentone.

Una nonna, evidentemente non del luogo, ha spiegato al nipotino che chiedeva lumi su quanto stava accadendo: «E’ per la festa patronale». Qualcun altro ha pensato a una rievocazione manzoniana, scambiando il re Umberto per Alessandro Manzoni. Altri ancora hanno frainteso le divise delle Guardie d’onore per le alte uniformi dei vigili urbani. Insomma, poche idee ma confuse. In prossimità della Cappella espiatoria una signora anziana ha applaudito con entusiasmo in direzione del corteo dal suo balcone di casa, ottenendo in cambio cenni di saluto dai monarchici in processione. Una volta arrivati davanti alla Cappella, è stata deposta la corona all’interno del sacrario. Commozione e soddisfazione per l’ottimo esito della cerimonia da parte di tutti i presenti. Il re è morto. Viva il re.
Davide Perego