”I Celti ve li faccio vedere io”Documentario di Maurizio Bonetti

”I Celti ve li faccio vedere io”Documentario di Maurizio Bonetti

Monza – La vita dei celti raccontata come un film. A firmare il documentario, l’unico al mondo il full Hd, è il medico documentarista Maurizio Bonetti. “Celti sulle orme del popolo perduto” è valso sei anni di lavoro, un’infinità di immagini, decine e decine di fonti raccolte: una summa unica nel suo genere che raccoglie gli ultimi venti anni di scoperte archeologiche sulla popolazione arrivata dal Nord in Italia nel 400 a. C. «Nel 2001 mi trovavo ad Avila, in Spagna, e lì casualmente visitai una mostra dedicata proprio ai celti. Non sapevo nulla di questo popolo, ma capii da subito che mi trovavo di fronte a una civiltà straordinaria», racconta Bonetti. Altro che barbari. A tesserne le lodi furono per primi proprio i “nemici” romani. «Studiando le fonti del tempo si trovano molti apprezzamenti verso i celti», spiega il medico.

Di loro si diceva che fossero puliti e che vestissero in maniera decorosa e moderna: niente lunghe tuniche ma pantaloni attillati e dai colori sgargianti, camicie allacciate con preziose fibule e mocassini di pelle. Ma non solo, erano abili nel forgiare i metalli, raffinati tessitori e tintori, esperti astronomi, matematici e filosofi. Emergono dal filmato anche le loro abitudini alimentari. «Mangiavano in modo molto più sano rispetto ai romani – precisa Bonetti, che è medico internista e dietologo -. Facevano tre pasti al giorno, seguendo una dieta sana ed equilibrata». Svegli, abili e innovativi proprio come il più celebre di loro, quell’Asterix reso immortale dalla matita di Albert Uderzo. E non potevano mancare loro, Obelix e compagni, nel filmato di Bonetti, che racconta un popolo attraverso due ore di straordinarie immagini. «Ho voluto realizzare un documentario completo, non solo naturalistico, non soltanto archeologico, ma alternare storia, natura, cultura, civiltà, usi e costumi di questi nostri progenitori», commenta. A fare da sfondo all’intero lavoro un paesaggio incontaminato e selvaggio, catturato tra l’Appennino Tosco – Emiliano e le Alpi.

«In Lombardia si trovano moltissimi reperti celtici: dai massi incisi alle tombe, mentre per quanto riguarda gli oggetti di uso comune sono riuscito a recuperarli nei musei in giro per l’Europa. Volevo ritrovare quello stesso ambiente naturale intatto che c’era 2.500 anni fa, la medesima natura che vedevano i celti, una natura che mai hanno dominato, a differenza dei romani, ma con cui hanno sempre cercato una pacifica e rispettosa convivenza», precisa Bonetti.
Sarah Valtolina