Grazie a Cri brianzola, ucrainasalvata con un trapianto di fegato

Al ''San Raffaele'' una donna ucraina riceve un trapianto di fegato che le salva la vita. Trapianto prima negato perchè la donna non era in regola col permesso di soggiorno. La famiglia contatta la Cri brianzola che sblocca la situazione.
Grazie a Cri brianzola, ucrainasalvata con un trapianto di fegato

Monza – Grazie all’impegno della Croce Rossa brianzola e dell’associazione umanitaria EveryOne, una donna ucraina irregolare ha potuto ricevere un trapianto di fegato che le ha salvato la vita, e salvarsi. Rozalia Tsurkan, 28enne ucraina, la cui famiglia è in Italia da tanti anni, era giunta nel nostro paese l’11 dicembre scorso con un permesso temporaneo perché gravemente malata, per tentare di curarsi.

Ricoverata d’urgenza all’ospedale milanese San Raffaele, una volta appurato che l’unica soluzione sarebbe stata un trapianto di fegato, si era deciso per il rimpatrio perché non era ritenuto possibile inserirla in lista trapianti, in relazione al fatto che la Questura di Monza non aveva espresso parere favorevole al rinnovo della sua carta di soggiorno e che la famiglia di Rozalia non aveva un reddito sufficiente a poter sostenere le cure ospedaliere.

A quel punto, quando ormai Rozalia era in fase di dimissione, la famiglia aveva contattato la sezione provinciale della Croce Rossa di Monza e della Brianza e il Gruppo EveryOne, che avevano denunciato pubblicamente la vicenda. Tramite diversi canali istituzionali, prontamente intervenuti, e con la collaborazione del ministero della Salute e del Centro nazionale trapianti, la giovane donna era stata finalmente inserita in lista per il trapianto, viste le sue gravi condizioni generali.

«Il Gruppo EveryOne e la Croce Rossa Italiana hanno operato insieme, superando difficoltà apparentemente insormontabili, inseguendo un sogno di giustizia e umanità, fino a raggiungere un risultato apparentemente impossibile», affermano Mirko Damasco, commissario provinciale Croce rossa italiana di Monza e della Brianza, e i copresidenti dell’organizzazione umanitaria EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau.