Giovani sul palcoscenicoentusiasti di fare teatro

Hanno tra i 15 e 19 anni. Sono gli studenti del Don Gnocchi di Carate Brianza e del Candia di Seregno che recitano in ''Processo e morte di Stalin'', la tragedia scritta da Eugenio Corti. Lavoro sul testo, su altri testi del Novecento e le prove con Branciaroli e Co.: entusiasti.
Giovani sul palcoscenicoentusiasti di fare teatro

Monza – Sotto sotto sono emozionati, ma non lo danno a vedere. Almeno martedì, quando li abbiamo incontrati, a due giorni dall’affronto del grande pubblico del Manzoni. Sono gli studenti, ragazzi e ragazze, delle scuole superiori Don Gnocchi di Carate Brianza e del Candia di Seregno, che recitano nella tragedia Processo e morte di Stalin. I maschi, sotto la direzione di Teodoro Bonci Del Bene, hanno imparato movimenti acrobatici e di marcia per impersonificare le guardie dell’armata rossa; le femmine, sotto la guida della cantante russa Dina Perekhodo e il coordinamento dell’attrice Adriana Bagnoli, assistente alla regia, si sono calate nei panni del coro delle donne.

Hanno cominciato a novembre a studiare il testo di Eugenio Corti, poi hanno aggiunto altri testi per capire il Novecento e le ideologie totalitarie. Poi le prove, in sala Fontana, a Milano, col regista Andrea Carabelli, e ora al Manzoni di Monza. Il tutto oltre lo studio quotidiano, che per qualcuno dura ancora. Come per il monzese Francesco Mandelli, che deve affrontare la maturità scientifica al Don Gnocchi. «Da quattro anni faccio parte del gruppo teatrale che lavora con Carabelli – ci dice -. Mettere in scena questa tragedia, a fianco di attori professionisti, era un’occasione imperdibile. Così ho aderito anche se dovevo studiare per la maturità».

Più rilassati gli altri suoi compagni, che hanno terminato la scuola. «Abbiamo studiato in classe, – racconta Filippo Beretta, 16 anni, di Verano, seconda del classico – poi abbiamo approfondito leggendo testi di Primo Levi e Solgenitsin. I miei genitori mi hanno spinto a fare teatro, e mi è piaciuto». Alessandro Vaghi, di Usmate Velate, seconda scientifico, è felice: «Mi affascinano i movimenti che ci hanno insegnato per fare le guardie». E c’è chi ha fatto una fatica in più rispetto agli altri, come Martina Ferlin, quarta linguistico al Candia, che ha dovuto vestire i panni della guardia, un ruolo da uomo.

Per le sue compagne, invece, niente movimenti acrobatici, ma pentagramma e note. «E’ stato difficile imparare a fare armonia con le altre voci e abbinare al canto la recitazione – dice Martina Maffezzini, di Seregno, quarta scientifico. – Ma mi è piaciuto». Contenta anche Francesca Gatti, seconda classico: «Un’esperienza bellissima -chiosa – che mi ha fatto venire voglia di continuare». E stare a fianco di professionisti, non ha creato soggezione? «No, risponde sicura Lisa Sambruni, di Cabiate, quarta scientifico – sono stati tutti molto gentili». Venerdì 24, ore 21, il debutto. In bocca al lupo ragazzi.
An.San.