Funerali e matrimoni, occasioniper alleanze e decisioni importanti

Monza – L’operazione “Infinito” ha svelato anche come funerali e matrimoni siano momenti importanti per alleanze, discussioni, «pubblica mostra di potere e di nuovi assetti» all’interno delle varie articolazioni delle cosche. Le conversazioni intercettate sono dunque ritenute particolarmente interessanti sotto il profilo del rilievo “pubblico” del “locale”, nel senso che vengono invitati o inviati, a seconda del rango del defunto o delle famiglie degli sposi, titolari di determinate cariche non solo a titolo personale ma per rappresentare, in senso vero e proprio, la ‘ndrina. Un evento particolarmente “fecondo” per le indagini è stato il matrimonio, definito dagli inquirenti «hollywoodiano», il 19 agosto dello scorso anno, tra Elisa Pelle, nipote di uno storico esponente della ‘ndrangheta reggina, e Giuseppe Barbaro, figlio di Pasquale Barbaro, altro “pezzo da 90” morto nel 2007. Le nozze sono state celebrate nella chiesa di San Luca, con successivo banchetto a Platì. Vi hanno partecipato vari esponenti delle consorterie criminali lombarde, tra cui Giuseppe Sgrò, esponente del “locale” di Desio. Questo matrimonio ha avuto un’importanza fondamentale per la ‘ndrangheta, dato che in questa occasione, Domenico Oppedisano sarebbe stato nominato capo crimine. La consegna degli inviti è diventata spunto per un’ampia discussione tra i vertici della “Lombardia” riuniti in seduta plenaria il 24 luglio precedente. Dall’intercettazione ambientale inserita nel fascicolo d’indagine risulta come le modalità di consegna dei biglietti, tutti recapitati ai destinatari attraverso un emissario, non fosse ritenuta rispettosa dei canoni ‘ndranghetistici. I boss si domandavano allora se partecipare o meno alla cerimonia, alla fine si è optato per il sì, per via dell’esigenza di concedere comunque rispetto alla memoria del defunto Pasquale Barbaro e al boss Giuseppe Pelle.
Antonella Crippa