Federalismo fiscale, per Monzatredici milioni di euro in più

Monza – Quasi 13 milioni e mezzo di euro in più con una differenza, sempre in positivo, di 111 euro per abitante. Sarebbero questi gli effetti benefici del federalismo fiscale su Monza. A dirlo non è qualche fonte di stampo leghista pronta a prospettare un luminoso futuro alla Brianza grazie al decentramento, ma lo studio effettuato da un senatore veneto del Partito democratico, Marco Stradiotto, che ha eleborato i dati della Copaff, la commissione per l’attuazione del federalismo fiscale, traendone queste conclusioni: il Nord Ovest ci guadagnerà sicuramente, sia in termini assoluti, di cifre incassate, che in termini percentuali.

Le proiezioni delle entrate nei comuni capoluogo dicono che la città di Teodolinda può prevedere un gettito futuro, a devolution realizzata, di 370 euro per abitante per tasse e imposte. Una cifra considerevole se si tiene conto che i trasferimenti attuali non vanno oltre i 259 euro per residente. Al di là dei 111 euro in più per abitante fa gola anche la somma complessiva di maggiori introiti: 13 milioni 438mila euro. E per rincarare la dose ecco la percentuale monstre di incremento: più 43 per cento. Roba da fregarsi le mani, soprattutto per il contrasto con i continui tagli nei trasferimenti attuali.

«Nello studio -spiega il senatore nell’introduzione alla ricerca- sono stati sommati e stimati i gettiti derivanti dalle imposte immobiliari devolute sommate alla cedolare secca sugli affitti per ogni capoluogo di provincia. Il dato ricavato è stato confrontato con i trasferimenti che ogni Comune si è visto assegnato per il 2010. Lo studio dimostra che i cespiti immobiliari considerati producono un’entrata molto disomogenea da Comune a Comune e di conseguenza sarà assolutamente necessario un consistente fondo perequativo di ridistribuzione». I risultati ottenuti, insomma, non tengono conto dell’incidenza di un eventuale strumento che riequilibri i trasferimenti per non creare differenze esagerate tra capoluogo e capoluogo. Anzi, l’elaborazione mette in luce proprio la possibile disparità anche tra comuni della stessa area geografica. Comuni come Torino e Genova, ad esempio, farebbero segnare un meno 9 e un meno 22 per cento. Il capoluogo ligure perderebbe 56 milioni contro i 169 guadagnati da Milano.

Lo schema di decreto legislativo sul federalismo fiscale municipale è in discussione alla Commissione bicamerale per il federalismo fiscale. Dal 2011 i tradizionali trasferimenti ai Comuni arriveranno da un fondo denominato “sperimentale di riequilibrio” alimentato da imposta di registro, di bollo, imposta ipotecaria e catastale, tributi catastali speciali, Irpef relativa ai redditi fondiari e cedolare secca sugli affitti. Dal 2014 ad ogni Comune verrebbero erogati quote del gettito dei tributi relativi agli immobili del territorio. La vera autonomia finanziaria, da cui troveranno sostegno le entrate dei Comuni italiani, deriverà dalla Imu (imposta municipale unica): dal 2014 raggrupperà le attuali tasse comunali Ici, addizionale Irpef.