Ex Celestica, tavolo istituzionaleMa il quadro economico peggiora

Vimercate, Bames non miglioraLavoratori sul piede di guerra

Vimercate – La reindustrializzazione di ex Celestica prova a ripartire dal tavolo istituzionale, quello stesso che in questi quattro anni ha siglato uno dopo l’altro due protocolli di rilancio, entrambi disattesi, e in procinto di produrne un terzo visto che le condizioni industriali e occupazionali dell’area sono ancora cambiate. In peggio.

Dopo mesi di attesa e reiterati appelli di sindacati e istituzioni, Regione Lombardia ha dunque convocato i soggetti coinvolti nell’operazione, riuniti giovedì alla presenza dell’assessore regionale al lavoro Gianni Rossoni. Un’agenda dai tempi strettissimi, comunicazione dell’incontro il martedì per il giovedì, “e comunque mancavano attori importanti come Telit e Sofit”, precisa Gigi Redaelli, segretario Fim Cisl Monza e Brianza, riferendosi, rispettivamente, al partner commerciale che fino a qualche settimana garantiva a Bames Sem commesse in esclusiva a copertura di qualche centinaia di posti di lavoro e all’agenzia incaricata nel 2006 di individuare operatori disponibili a insediarsi e a investire nel sito.

“La positività di questo incontro è che si è rimesso in piedi questo tavolo e che la Regione pare aver recepito l’importanza di questo tassello, con un impegno, sottoscritto anche dal Comune e dalla Provincia, a proseguire compatti –ha ricostruito Redaelli- La ricostruzione del cammino di reindustrializzazione non può però prescindere dal coinvolgimento di altri attori sul fronte industriale, perché l’esistente non può bastare”. Inevitabile per Fim Cisl e Fiom Cgil che il punto di fuga della riflessione rimanga concentrato su Bames Sem, “perché la reindustrializzazione oggi, come ieri, si gioca innanzitutto lì” e il quadro appare estremamente delicato perché si interseca con la vertenza non ancora chiusa della cassa integrazione in deroga, con l’imminente esaurimento della cassa siglata un anno fa e con un conto occupazionale che rischia un ulteriore calo.

L’azienda ha riproposto le coordinate di base del piano industriale illustrato quasi un anno fa, concentrato sull’after market, su wi-max e fotovoltaico, con una prospettiva di un centinaio di pensionamenti, di allungamento della cassa e di successivo reintegro in reparto per tutti i lavoratori. Per l’assessore provinciale Giuliana Colombo “finalmente si comincia a ragionare su proposte concrete di reindustrializzazione dell’area”, il presidente Dario Allevi ha richiamato il distretto hi-tech a giocare “un ruolo vero in questo processo per offrire all’intera area un orizzonte di lungo periodo”. Altre le parole dei sindacati.

“Il fotovoltaico non è decollato e giovedì l’azienda ha precisato che oggi può contare su carichi di lavoro per 350 su 660 persone e non è chiaro come intende affrontare questa situazione. Con altri ammortizzatori sociali, ci viene da pensare. L’azienda parla di progetti nuovi, di wi-max e altro ancora, che dovrebbero dare copertura a duecento lavoratori, così che scoperti ne resterebbero un centinaio. Ma sono solo mere dichiarazioni di intenti”.
Anna Prada