Discarica, a Seregno 30mila euro

Seregno – «Questa sentenza è un segnale: chi intende delinquere sul nostro territorio sarà perseguito in tutte le sedi opportune». Il sindaco Giacinto Mariani ha commentato così, in una conferenza stampa svoltasi giovedì scorso nella sala di rappresentanza di palazzo Landriani – Caponaghi, la sentenza emessa il 17 aprile dal tribunale di Monza, che ha inflitto diciannove anni di carcere complessivi ai quattro esponenti della ‘ndrangheta che nel settembre dell’anno passato erano finiti in manette, nell’ambito dell’operazione «Star Wars», coordinata dal pubblico ministero della Procura della Repubblica di Monza Giordano Baggio, con il supporto della Polizia provinciale.

I quattro hanno messo in piedi tre discariche abusive di rifiuti, una in città, una a Briosco ed una a Desio, gestite dalla cosca Iamonte di Melito Porto Salvo, nel reggino. Il Comune di Seregno è stato risarcito in via provvisionale con 30mila euro. «Come primo cittadino – ha continuato Mariani – la mia soddisfazione non può che essere enorme. L’indagine era partita alla fine del 2005, grazie all’attenzione del nostro corpo della Polizia locale».

Gli uomini comandati da Damiano Vernò avevano posto sotto la lente d’ingrandimento un’area di via Vicinale delle Valli, ai confini con la vicina Lissone, azzonata come agricola dal piano regolatore generale vigente ed invece utilizzata come discarica di rifiuti di natura edile (cassette da cantiere, ponteggi e terra di riporto). Seguì, nella primavera successiva, una segnalazione alle Guardie ecologiche volontarie provinciali, che consentì un salto di qualità a livello inquirente.

«La nota più positiva per noi – ha proseguito il sindaco – è che l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ha esaminato i 7mila 800 metri cubi di rifiuti ritrovati sul posto, una parte minima se consideriamo che in tutto sono stati rinvenuti 160mila metri cubi, ed ha chiarito che non c’era alcunché di tossico per la salute della popolazione. Si tratta insomma di rifiuti speciali, ma non pericolosi».

Adesso occorrerà valutare come muoversi nel prossimo futuro: «La nostra decisione di costituirci parte civile, un unicum nella storia amministrativa locale, era stata immediata. Ora dovremo scegliere se proseguire la causa civile, per ottenere l’intero risarcimento richiesto, che ammontava a 250mila euro. Sia come sia, i soldi che ci arriveranno saranno destinati al finanziamento di progetti che andremo a realizzare per la tutela del territorio».
Paolo Colzani