Dire con cura è medicinaA Monza l’iraniana Karbassi

Giovedì 24, a Binario 7, grande finale di PoesiaPresente con l'iraniana Ziba Karbassi, Stephen Watts, Cristina Viti e Fabiano Alborghetti. Per la prima volta viene pubblicata in Italia – per le edizioni Mille Gru – una antologia della Karbassi: letti alcuni componimenti.
Dire con cura è medicinaA Monza l’iraniana Karbassi

Monza – Giovedì scorso l’exploit di Alessandro Bergonzoni, con la sua poesia sulfurea, il suo eloquio impertinente: per scuotere una società sviata nei suoi valori. Giovedì 24, con l’incontro “Dire, con cura”, in città cala il sipario sulla rassegna PoesiaPresente. Per l’addio viene servito un piatto ricco al teatro Binario 7 (ore 21, ingresso libero). Interverranno quattro poeti: Ziba Karbassi, Stephen Watts, Cristina Viti e Fabiano Alborghetti. “E’ nel ‘dire con cura’ che la poesia rimargina l’emarginato, rimpatria l’esule – affermano gli organizzatori della manifestazione, nata da un progetto dell’associazione culturale Mille Gru -. La poesia è terapeutica per sua natura, ha in sé la cura perché si prende cura dell’insopportabile, trasmutandolo in salvifico. Lo stesso Ippocrate indica per il medico tre strumenti: il tocco, il rimedio e la parola”.

L’ospite d’onore è Ziba Karbassi, poetessa iraniana. A metà degli anni Ottanta, ancora adolescente, ha dovuto lasciare il suo paese e ha vissuto perlopiù a Londra. Ha pubblicato sette libri di poesia ed è considerata la poetessa persiana più completa della sua generazione. Ha presentato i suoi testi in numerose manifestazioni, sia in Europa che in America. Per la prima volta viene pubblicata in Italia – per le edizioni Mille Gru – una sua antologia. Partendo dalle tragiche vicissitudini personali e del suo Paese, la Karbassi tesse un canto struggente che è il soffio di vita di chi ha dovuto lottare per la stessa sopravvivenza. Il pubblico potrà ascoltarne un florilegio.

Cristina Viti è una poetessa e una traduttrice italiana che vive a Londra. Tra gli autori tradotti dall’italiano Dino Campana e Elsa Morante. In questa occasione descrivere il suo percorso di ricerca sul rapporto tra parola poetica, traduzione e cura che trova un’immediata corrispondenza pratica nelle sue traduzioni delle poesie di Ziba Karbassi e di Stephen Watts, autore di poliedrica formazione votato alla cura dell’animo e delle relazioni interculturali.

E’ nato a Londra nel 1952 da padre inglese e madre camuna. Ha partecipato a numerosi festival internazionali di letteratura e lavorato molto nei programmi di scrittura di scuole e ospedali. Ha creato con la HI-Arts di Inverness un progetto incentrato su questioni di suicidio e sopravvivenza, e gestito per dieci anni il Multicultural Arts Consortium di Londra.

In collaborazione con suo figlio Michael ha realizzato una poesia-video ambientata nella memoria fratturata delle Alpi italiane.
Nel solco della poesia come ricerca di identità e cura, Fabiano Alborghetti (classe 1970, residenza a Lugano) leggerà l’inedito “Complicanze e altre forme”, frutto di un’esperienza in ospedale, e alcuni passi di “Registro dei fragili”, libro nato da un fatto di cronaca (una madre che uccide il proprio figlio) che diventa spunto per una ricerca sul campo minato della normalità.
In apertura, presentazione del progetto di poetry therapy “Leggere, con cura” e “LaPoesiaSalvaLanima” di Silvia Monti.
Modesto Panizza