Desio, domiciliari nel campo romSgombero, arrestato per evasione

Desio – Era agli arresti domiciliari nel campo nomadi di via Molinara, lo sgombero lo ha fatto evadere. Una vicenda che ha visto come protagonista un giovane d’origine macedone, G.R., 22 anni, noto in città per piccoli reati, e che ora dovrà scontare 6 mesi per essersi allontanato dal luogo della custodia. A stabilirlo è stato, lunedì mattina, il giudice del Tribunale di Desio, Letizia Anna Brambilla che ha condannato il ragazzo.

Non sono state accolte dal magistrato le richieste dell’avvocato difensore che aveva cercato di giustificare il suo assistito facendo riferimento alla “causa di forza maggiore”. Il 22enne, infatti, era stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari il 3 gennaio del 2007 con disposizione del Tribunale di Monza. Il 14 giugno dello stesso anno, durante un sopralluogo dei carabinieri chiamati ad accertare l’osservanza degli obblighi, il giovane non c’era più.

Non solo mancava il ragazzo, ma mancavano tutte le roulotte del campo poiché era stato disposto per conto delle autorità competenti uno sgombero. I militari tornano poi anche nei giorni successivi: il 15, il 16, il 28 e il 29 giugno, ma del 22enne nessuna traccia. Il 15 luglio i carabinieri fanno di nuovo visita all’accampamento di via Molinara e questa volta qualcuno lo riescono ad individuare. Sul posto c’è il padre del ragazzo che però non sa dove si trovi il figlio.

Solo il 13 settembre, sempre del 2007, G.R., viene rintracciato e denunciato per avere abbandonato il domicilio dove avrebbe dovuto trovarsi. Lunedì mattina, l’avvocato difensore, aveva provato a giustificare l’assenza del ragazzo sostenendo che non era colpa sua se si era allontanato: era stato costretto a seguire il resto del gruppo dopo lo sgomberato.

Non ha però voluto sentire ragioni il giudice Brambilla che, nella motivazione della sentenza, ha spiegato che il 22enne, rendendosi irreperibile per un lasso di tempo di tre mesi, aveva comunque disatteso le disposizioni impostegli e soprattutto, il giovane, avrebbe dovuto comunicare all’autorità giudiziaria l’accaduto, cosa che non fece.
Ivan Bavuso