Desio, cava della ‘ndranghetaBonifica da 2,8 milioni di euro

COPIA DI Discariche abusive in BrianzaSequestro da record di camion

Desio – Due milioni e 800 mila euro per bonificare la cava di via Molinara. E’ la stima del consulente tecnico incaricato dal comune per effettuare la perizia sul terreno, al centro del traffico di rifiuti illeciti gestito dalla ‘ndrangheta. Il documento redatto dall’ingegner Giuseppe Farina è stato completato e protocollato in comune.

“Le mie analisi – spiega Farina – hanno confermato quanto avevo ipotizzato all’inizio del mio lavoro”. Già qualche mese fa, infatti, l’ingegnere aveva parlato di circa 2 milioni di euro per la bonifica. Ora è arrivata l’ufficializzazione, con la perizia finale, che analizza la situazione, anche in base alle indagini svolte dall’Arpa e dai geologi. Il consulente specifica che “le indagini si possono considerare incomplete e meritano ulteriori studi ed approfondimenti, perché esistono sospetti della presenza di rifiuti particolari, interrati e sinora non rinvenuti con i metodi utilizzati, i quali possono verosimilmente ritenersi pericolosi, e non semplicemente speciali”.

Finora, infatti, i campioni raccolti dall’Arpa sono stati prelevati alla profondità di 3 metri. “La cosa è assolutamente non esaustiva in quanto, visto che gli scavi si sono spinti anche fino a meno 10 metri dal piano campagna, è da presumere che i materiali più pericolosi siano stati depositati alle maggiori profondità e quindi più difficilmente individuabili”. Per ora le indagini dell’Arpa rivelano che “i materiali conferiti abusivamente sono prevalentemente rifiuti speciali non pericolosi, se si eccettuano superamenti dei limiti di legge per presenza di idrocarburi in un cumulo depositato in superficie e la presenza di lastre di amianto cemento in un altro piccolo deposito”.

Ma questo non basta, secondo il tecnico, a fare dormire sonni tranquilli. “Le indagini del geologo fissano la profondità di asportazione dei terreni a circa 6 metri, con individuazione di vasche profonde anche 10-11 metri. Si può stimare il volume complessivo di 90 mila metri cubi asportati e rimpiazzati con materiali identificati negli atti come rifiuti”. La bonifica dovrà quindi essere completa: il consulente prevede lo “svuotamento della discarica, analisi continue sui materiali, il controllo dell’assenza di contaminazioni verso la falda, con inserimento di piezometri e il monitoraggio per 2 anni, il recupero ambientale col riempimento dello scavo”.

“Quella prospettata – spiega Farina – è la soluzione migliore per la difesa della salute della collettività”. Resta da chiarire chi dovrà accollarsi la spesa: il comune, i proprietari dell’area o i responsabili del disastro, finiti in carcere (8 persone), che però hanno dichiarato di essere nullatenenti?
Paola Farina