Crisi del lavoro a ConcorezzoSciopero a oltranza alla Sbm

Crisi del lavoro a ConcorezzoSciopero a oltranza alla Sbm

Concorezzo – Prima lo sciopero a oltranza. Poi la cassa integrazione straordinaria di un anno per ventotto dipendenti che rischiano di perdere il lavoro. L’ennesima azienda del Vimercatese colpita dallo stillicidio della crisi economica è la “Sbm”, azienda per la realizzazione di prodotti per la nautica con sede in via Monterosa a Concorezzo. Da lunedì scorso operai e impiegati della società sono in sciopero permanente, ritrovandosi ogni mattina davanti ai cancelli per manifestare con cartelli e striscioni. Motivo della protesta? Da tre mesi i lavoratori non ricevono lo stipendio dalla proprietà che, proprio all’inizio della settimana, aveva promesso il pagamento di un acconto dei salari. Che però non è arrivato. Intanto questa mattina (venerdì) i vertici della ditta hanno emesso il pagamento dell’acconto promesso (dell’importo di 1300 euro) in favore di tutti i dipendenti, per la maggior parte uomini e giovani con un mutuo e figli piccoli da mantenere.

«I primi soldi avrebbero dovuto essere erogati nella mattinata di lunedì – spiega Eliana Dell’Acqua, sindacalista Cisl – Quando hanno capito che le promesse sarebbero state disattese, i dipendenti hanno indetto lo sciopero a oltranza per ottenere ciò che spetta loro e fare chiarezza sul futuro della fabbrica». Già martedì il titolare dell’azienda, Giovanni Scaccabarozzi, ha incontrato al tavolo delle trattative i rappresentanti dei sindacati. «Abbiamo raggiunto un accordo di cassa integrazione straordinaria per un periodo di 12 mesi che partirà da lunedì prossimo – dice la Dell’Acqua – La proprietà ha assicurato di poter far fronte agli stipendi di 12 lavoratori, ma con un panorama così incerto si è preferito programmare un piano di utilizzo di ammortizzatore sociale per la totalità dell’organico».

Il destino della “Sbm”, invece, sembra già deciso, a meno di novità dell’ultimo minuto. L’azienda, colpita da un drastico calo di commesse, aggravato da una serie di insoluti che hanno spinto le banche a sospendere il credito, si appresta ormai alla chiusura. «La proprietà ci ha assicurato la presenza di uno o due compratori che si sarebbero già detti interessati a rilevare l’attività e, con essa, l’organico al completo – anticipa la Dell’Acqua – Stiamo ad aspettare di vedere cosa sarà».
Erika Camasso