Criet e sociologia quinquennaleOspedale vecchio più accademico?

Monza – L’accordo di programma per la riqualificazione dell’ex ospedale San Gerardo stenta a decollare, ma qualcosa si muove per quanto riguarda i progetti legati all’ampliamento del polo universitario in via Solferino. A quanto si apprende dall’assessorato all’università, nell’area dell’ex ospedale dovrebbe trovare spazio il Centro di ricerca interuniversitario in economia del territorio (Criet) dell’università Bicocca, di cui si parla da tempo, ma che non aveva ancora trovato una localizzazione precisa in città. Il centro si occupa di promuovere lo scambio scientifico tra gli studiosi specializzati nello studio delle economie territoriali e collabora con istituzioni pubbliche e private, in modo carattere permanente oppure limitatamente a programmi specifici, organizzando anche convegni e seminari. All’interno dei progetti di ampliamento del polo universitario all’ex ospedale sono previsti anche nuovi spazi a disposizione della facoltà di Scienze dell’organizzazione che, a quanto risulta, potrebbe diventare da triennale a quinquennale (con l’aggiunta della laurea specialistica). All’interno dell’accordo di programma tra Regione Lombardia, Comune di Monza e azienda ospedaliera San Gerardo si prevede anche un intervento residenziale (privato e per studenti), negozi e aree verdi. Il progetto propone la realizzazione di un parco pubblico, un percorso ciclopedonale da via Magenta, con attraversamento del canale Villoresi e collegamento agli impianti sportivi dell’Ambrosini. Il progetto resta al palo, però, se Regione Lombardia non assegnerà i lavori (tramite bando di gara) per la concretizzazione dell’accordo di programma che da tempo giace nei cassetti del Pirellone. Dalla riqualificazione dell’ex ospedale, inoltre, si potranno ricavare somme che contribuiranno alla sistemazione del nuovo San Gerardo. I ritardi sono sottolineati dall’ex assessore all’Urbanistica, Alfredo Viganò (Città Persone): «La Regione ha abbandonato del tutto questo progetto per motivi che ancora non capisco e comunque sono ritardi del tutto ingiustificati». Ma le responsabilità sarebbero anche dell’amministrazione: «Si tralasciano piani attuativi come questo che sono tra i più grandi della città – continua Viganò e propone – non è il caso di rivedere l’intera procedura e di interessare il consiglio comunale sulla materia redigendo un apposito piano particolareggiato ridefinendo gli indirizzi, data l’importanza della scelta urbanistica e attuativa che interessa aree pubbliche di grande dimensione?».
Andrea Trentini