Confapi, il fatturato sta crescendo,ma non si prevedono investimenti

Il fatturato cresce e autorizza a guardare con ottimismo al futuro. Secondo i dati di Confapi, però, la situazione economica non si è ancora stabilizzata: gli imprenditori, infatti, non prevedono investimenti.
Confapi, il fatturato sta crescendo,ma non si prevedono investimenti

Monza – Si apre all’insegna dell’ottimismo il 2011 per Confapi. I dati della congiuntura del secondo semestre 2010, presentati martedì mattina presso la sede della provincia di Monza, confermano il trend positivo di crescita sia degli ordinativi che del fatturato, lasciando alle spalle la lunga sequenza di segni negativi che si susseguiva dal 2008.

Secondo la rilevazione, compiuta su un campione delle 700 aziende di Monza e Brianza associate a Confapi, appare in evidenza come la produzione si sia attestata a dicembre su un +6,20 per cento, contro il -13,16 registrato a conclusione del semestre precedente. Buone notizie giungono anche dagli ordini (+6,92 per cento), e dal fatturato cresciuto del 7,40 per cento. Balzo in avanti anche per l’occupazione che migliora addirittura del 2,16 per cento attestandosi però, ancora, a un – 7,16 per cento.

Non mancano, tuttavia, le ombre: «Il dato a mio avviso più preoccupante della congiuntura è l’assenza quasi totale di previsione di investimenti da parte degli imprenditori che automaticamente crea una situazione implosiva sulle aspettative future – commenta Donatella Scarpa, membro di giunta di Confapi con delega alla provincia di Monza e Brianza». Per quanto attiene all’immediato futuro, infatti, gli imprenditori che nei prossimi mesi credono di destinare somme per gli investimenti scendono sotto lo zero (-0,24 per cento). La perniciosa tendenza rientra in un quadro fortemente penalizzato dall’accesso al credito, che a scapito dei segnali di recupero si fa addirittura più difficile: nell’ultimo semestre, a fronte di una crescita annunciata e confermata dai numeri, si segnala purtroppo un crollo che addirittura scende a -60,20 per cento, meno della performance confermata a giugno 2009, nel mezzo della crisi.

«Le banche continuano a non supportare le imprese per il timore dell’insolvenza dei clienti, ma se è stato creato un sistema economico in cui le banche prestano il denaro perché le aziende crescano, allora non trovo sia giusto cambiare le regole nel corso della partita – conclude Scarpa -. Occorre ritornare ad aver fiducia delle imprese, altrimenti potranno sopravvivere solo coloro che ci metteranno del proprio. Nel frattempo cominciano a delinearsi nuovi scenari economici entro cui lavorare, che non saranno più gli stessi e nei quali, per esempio, non avrà neppure più senso delocalizzare».
Sabrina Arosio