Collaborazione Cam-St Agrate:etichette per il cibo in mensa

Monza – Un nome che fa paura: Sindrome metabolica. Una malattia che nasconde l’associazione di più disfunzioni, tutte causate dalla correlazione tra disordini alimentari e scarsa attività fisica. Mangiare male e fare poco movimento causano, d’altra parte, l’insorgere del diabete, l’aumento d grassi, colesterolo e acido urico nel sangue, l’aumento della pressione sanguigna e del peso corporeo. Cose che si sanno. Cose che tutti sanno. Ma che pochi prevengono.

Continuando a mangiare i maniera sregolata, senza attenersi ad alcuna piramide alimentare, snobbando una regolare attività fisica. Se n’è parlato, ampiamente, domenica mattina nell’ambito del convegno “Il cibo come farmaco” organizzato, al Teatrino della Villa Reale, dal Cespeb (Centro studi sulla storia del pensiero biomedico) e dal Cam (Centro analisi Monza). S’è parlato di storia della medicina, con Vittorio Sironi e Michele Riva dell’Università degli Studi di Milano. S’è parlato di cibo come terapia adiuvante nei soggetti tumorali, con Franco Berrino dell’Istituto dei tumori; s’è parlato dell’interazione tra farmaci e alimenti, con Francesco Clementi, farmacologo dell’Università degli Studi di Milano. E s’è parlato di una nuova piramide alimentare, con Elena Maraone di Slow Food.

Una nuova piramide alimentare di cui anche il Cam s’è servito, nel suo rapporto di stretta collaborazione con St Microelectronics: “Ci sono fattori ambientali –ha spiegato Ezio Giani, medico sportivo e responsabile del servizio di dietologia per il Cam- che dobbiamo tenere in considerazione nel fornire oggi consigli alimentari: i turni di lavoro, i frequenti pasti fuori casa, i veloci pasti in casa con cibi precotti e confezionati”. Difficile, quindi, insegnare a mangiare. Dove per insegnare non s’intenda solo fornire un elenco di cose buone e cattive, ma anche “vegliare” sul corretto comportamento alimentare.

Ecco, allora, il progetto Nutricolor che il Cam ha messo a punto insieme a St Microelectronics di Agrate: 4mila dipendenti che, alla mensa aziendale, sono aiutati nel scegliere i prodotti grazie a un’etichetta colorata: gli zuccheri in rosso, i grassi in giallo, le proteine in azzurro e le vitamine in verde: “Quello che suggeriamo ai dipendenti St con questo semaforo alimentare –ha continuato Giani- è l’importanza di controllare gli alimenti ad alto indice glicemico, mentre sarà la ristorazione aziendale ad occuparsi dei grassi, limitandone il contenuto e preferendo olio extravergine d’oliva”. Un progetto che intende facilitare la scelta di chi vuole costruirsi un corretto menù, nonostante l’esigenza quotidiana di mangiare fuori casa. Elena Lampugnani