Coldiretti, anche la Brianzaalla protesta per il latte

Monza – Questa mattina oltre mille allevatori e coltivatori da tutta la Lombardia hanno manifestato a Milano in via Fabio Filzi, sotto il palazzo della Regione, per chiedere che la giunta approvi in tempi stretti una "legge anti truffa" su tutti i prodotti agricoli. Nelle stesse ore è scattata verso il Brennero una spedizione di 1.500 persone che si sono aggregate alle altre migliaia già presenti in frontiera per la verifica dei camion che portano latte, cagliate e altri prodotti in arrivo dall’estero.

Lo rende noto Coldiretti Milano e Lodi con una nota. Per la manifestazione sotto il Pirellone si sono mossi in 300 dalle zone di Melzo, Abbiategrasso, Cuggiono, Codogno, Lodi, Magenta, Melegnano, Monza, Rho, Vimercate e dalla stessa Milano. Altri 100 partiranno questa notte verso il confine austriaco, dove si fermeranno per tutta la giornata di mercoledì.

Domani mattina scatteranno altri presidi alla Lactis in provincia di Bergamo e davanti a un’industria brianzola che è una dei principali importatori di prodotti caseari dall’estero. Oggi alla protesta di via Filzi a Milano ha preso parte anche il Presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, che verso le 11.30 ha incontrato i manifestanti e si è schierato al fianco della Coldiretti, annunciando di aver già spedito una lettera al Governo per chiedere l’introduzione dell’etichetta d’origine su tutti gli alimenti. Sotto il Pirellone gli allevatori hanno portato la mucca Onestina, munta sotto gli occhi di Formigoni, e i maialini Arturo e Arturino: tutti simboli della crisi che stanno attraversando due importanti comparti dell’agricoltura lombarda.

E’ stata poi organizzata una passerella di quel falso made in Italy che, giocando sull’equivoco del nome o di un tricolore posticcio, costa ogni anno 50 miliardi di euro di mancati guadagni. L’ultimo esempio di "clonazione" è quello che negli Stati Uniti hanno chiamato "Sarvecchio Parmersan", che con il vero Parmigiano non ha nulla a che fare. Oppure c’è il latte a lunga conservazione: 4 confezioni su 5 sono di origine straniera, ma nessuno lo dice ai consumatori. Non si salvano neppure le mozzarelle: la metà è fatta con cagliate d’oltre confine. Secondo gli ultimi dati in possesso di Coldiretti, a fronte di oltre 4 milioni e mezzo di tonnellate di latte munto nelle stalle lombarde, ci sono anche più di 3 milioni e 200 mila tonnellate che vengono importate e usate per latte a lunga conservazione, formaggi e semilavorati senza che nessuno ne sappia nulla, compresi i consumatori. Una situazione che sta mettendo in crisi le 65 mila aziende agricole (7 mila stalle) della regione.

Il Ministero della Salute – denuncia poi Coldiretti – tiene segreti i nomi di chi importa e i quantitativi di prodotto che arrivano dall’estero. Per questo la Coldiretti vuole l’etichetta d’origine obbligatoria per il latte a lunga conservazione UHT e per il latte destinato alla trasformazione in formaggi e latticini, oltre a chiedere che vengano resi pubblici i dati relativi alle importazioni di latte dall’estero con data, luogo di provenienza e destinazione.