Ciclismo, Fiorenzo Magni fa 90 L’amore per la Brianza in mostra

Ciclismo, Fiorenzo Magni fa 90 L’amore per la Brianza in mostra

Monza – Fiorenzo Magni e Monza: un amore indissolubile. Il campione e l’imprenditore, adottato dalla nostra terra sessantasei anni or sono, dipinge un quadro splendido per sincerità e passione: senza secondi fini, senza l’obbligo di promuovere il territorio. “Viva Monza e viva la Brianza. Io sono felice di essere un cittadino adottivo, ho sposato una monzese, i miei figli e i miei cinque nipoti sono monzesi: di estranei al territorio ho i generi che sono di Milano. Sono molto onorato di essere stato accolto dalla Brianza, una terra che assomiglia alla Toscana. Non ho lasciato la mia casa a Monza, dove abito quando non sto a Monticello: sono lieto di essere un cittadino brianzolo. Ce l’ho nel cuore: dunque, lasciami pensare, sono venuto a Monza nel 1944, è stata una vita ben spesa”.

Legami con il territorio? “Sono tantissimi: il Pedale Monzese è nel mio cuore, penso al presidente Colombo, penso al Maresciallo Sardi”. E il suo amico Giorgio Albani… “E’ stato un compagno ideale di allenamento, assieme a lui avrò percorso in macchina, al seguito del Giro d’Italia, almeno 50.000 chilometri, mi ricordo quando teneva in braccio mia figlia Tiziana, che oggi ha sessant’anni…”. Concludendo? “Monza è il massimo che una persona possa pretendere per vivere, anche se è diventata una città complicata e movimentata è rimasta ancora a misura d’uomo”.

Il doppio filo che lega Fiorenzo Magni alla Brianza si vivrà interamente e intensamente nella mostra a lui dedicata in occasione dei novant’anni di vita: “Aspetto tutti il prossimo sette dicembre alle 15”. E intanto ci regala con fierezza una chicca appena conosciuta: “All’inaugurazione verrà anche Walter Bonatti, altra grande espressione dello sport monzese”. Che mostra sarà? “Tipo quella che c’è stata di recente a Lissone” ci spiega. “Con qualche pezzo in più, altri oggetti che provengono sia dal museo che dalla mia collezione personale. Potremo ripercorrere tutta la mia carriera, ci saranno tante biciclette: quelle di Bartali del ’37, del ’38 e del ’48, quella di Coppi con cui fece il record dell’ora al Vigorelli. E poi quelle di Baldini, Saronni, Bugno, un paio di Merckx, e tante maglie, tanti ritratti, sono un bel po'”.

Ciclismo ma non solo: “Sì” conferma Magni. “Poi ci sarà anche la mia collezione personale dedicata ai Papi, da Pio XII a quello di adesso”. Come va il museo del ciclismo al Ghisallo? “Ne parlo sempre volentieri, è una mia creazione, un’invenzione: siamo contenti, soddisfatti, nei tre mesi invernali è aperto il sabato e la domenica, nel resto dell’anno sempre. La differenza rispetto ad altri musei? Che non è un museo al campione, è per il grande campione ma anche per le piccole società, per i giornalisti, gli amatori, la mountain bike: noi ospitiamo tutti, è un moto perpetuo, il campione è il richiamo per gli sportivi ma noi accettiamo e ricordiamo tutti”. Parola di Fiorenzo Magni.
Saverio Gennaro