“Chisimb’ Arca” di Haim Bahariera Binario 7 di Monza martedì 19

Monza – Tra le iniziative organizzate a Monza per la Giornata della Memoria, c’è uno spettacolo teatrale che va assolutamente visto. Troppo originale! “Chisimb’Arca” è in calendario al Binario 7 di via Turati martedì 19 gennaio (alle 21). Ne è autore e regista Haim Baharier, uno dei principali studiosi di ermeneutica biblica e del pensiero ebraico.

Nato a Parigi nel 1947, ha compiuto studi scientifici in Francia e Stati Uniti, ed è stato allievo dei filosofi Emmanuel Lévinas e Leon Askenazi. In Italia è visiting professor in varie università e tiene cicli di conferenze che attirano un vasto pubblico. E’ stato ospite d’onore nelle trasmissioni televisive Sorgente di vita (Raidue) e Le invasioni barbariche (La 7). Gianni Minoli ha voluto dedicargli una puntata de La storia siamo noi.

Recentemente ha pubblicato da Garzanti “La Genesi spiegata da mia figlia” e “Il tacchino pensante”. In “Chisimb’Arca”, con grande umorismo yiddish, si raccontà di Noè che sollecitato con una telefonata da Dio a costruire l’Arca, scambia la parola arca per barca. E sulla base di questo fraintendimento la storia dell’umanità prende una piega diversa dal disegno divino. Arca in ebraico significa parola, ed era dunque attraverso una parola viva, amplificata, pulsante e vera che Dio voleva salvare l’umanità. Il diluvio universale così non ha avuto un effetto catartico, infatti il nuovo mondo ha riproposto in fotocopia un’umanità irriconoscente, violenta e miscredente.

In ogni caso, Noè con l’aiuto della moglie e dei figli, che incarnano i caratteri genetici della futura umanità, costruiscono l’arca, con un susseguirsi di vicende trattate con umorismo e ironia. Tutti i personaggi sono interpretati da Eugenio de’ Giorgi, attore sopraffino e direttore artistico del teatro Olmetto di Milano. Passa da un ruolo all’altro facendo ricorso ai grandi mezzi di cui è dotato: estesa gamma di tonalità vocali, gestualità giullaresca, gli occhi spiritati, buffe contorsioni.

La sfida insita nel testo di Haim Baharier è quella di infrangere il muro tra lettore e testo biblico per muovere ad una presa di coscienza responsabile. E cioè, che ciascuno – dentro l’Arca – si senta uno scampato al diluvio, con una missione da compiere nel nuovo mondo. Lo spettacolo ha debuttato a Venezia il 25 maggio del 2008 nella giornata inaugurale del Festival dell’Arca. Per l’occasione è stata allestita in Campo del Ghetto Nuovo un’arca di legno di notevoli dimensioni, insieme palcoscenico e teatro. Successivamente il lavoro ha partecipato a festival e rassegne in tutta Italia ed è stato ospitato in alcune università. Per informazioni e prenotazioni, chiamare lo 039-20.27.002.
Modesto Panizza