Cesano, si salva dal terremoto. Don Daniele e il papà in aiuto

Cesano, si salva dal terremoto. Don Daniele e il papà in aiuto

Cesano – Tra i terremotati dell’Aquila c’è anche un prete cesanese: don Daniele Pinton, di Molinello. I genitori Mario e Marzia abitano in via Brembo, la nonna Maria e il fratello Diego a Cassina Savina. Il papà è appena tornato dell’Abruzzo, dove si era recato subito dopo la notizia del sisma.

Ordinato prete nel 1997, don Daniele è stato in seguito assegnato alla diocesi dell’Aquila, il cui vescovo gli ha conferito, uno dietro l’altro, incarichi di notevole responsabilità: vicario episcopale per il clero, economo della facoltà di Teologia, presidente dell’ufficio liturgico e soprattutto rettore della basilica – oggi semidistrutta – del Suffragio, o delle Anime Sante, come viene comunemente.

Nella notte tra domenica e lunedì, anche la casa di monsignor Pinton, annessa alla chiesa, è andata distrutta; ma invece di ritornarsene a Cesano, da suoi, il sacerdote è rimasto nella sua sfortunata città di adozione, per condividere il calvario della sua gente, aiutando, consolando, organizzando aiuti. In questo Venerdì Santo si trova a concelebrare i funerali della maggior parte delle oltre 280 vittime. Non riusciamo a raggiungerlo al cellulare, ci affidandoci alle testimonianze del papà, tornato questa notte alle 3 “dall’Inferno”; o meglio, da una città fantasma, come lui stesso racconta.

"La notte del terremoto mio figlio era naturalmente a letto, vestito, come faceva da qualche giorno dopo le prime scosse. Quella notte letto e mobili che si spostano, la casa balla la paura assale: don Daniele corre ai ripari sotto la scrivania, finché giunge un amico portando dei teli da arrotolare e poter così calarsi dalla finestra, perché la scala è scomparsa, travolta dai resti piovuti dalla cupola della chiesa. In piazza trova il suo vescovo, monsignor Giuseppe Molinari, anch’egli miracolosamente sfuggito da una campana piombatagli in casa. Come tutti gli aquilani, indosso solo uno straccio di veste o vestito".

Per questo Mario Pinton è partito subito dopo la notizia, con alcuni amici cesanese, sul pullmino della parrocchia San Pio X, portando biancheria intima per il figlio e per gli altri preti. Ha potuto raggiungerli solamente scortato dai vigili del fuoco. Don Daniele non tornerà a casa chissà per quanto tempo. “La mia missione – ha detto – è ora quella di restare accanto ai miei fedeli e ai miei preti”. Frattanto al Molinello – per iniziativa della parrocchie – si stanno raccogliendo offerte per la chiesa del Suffragio e per le prime necessità della comunità.