Carate, pasticciaccio TarsuI cittadini sul piede di guerra

Anche Adiconsum Brianza scende in campo e chiede sia fatta luce sugli accertamenti sulla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani con cui l'amministrazione comunale sta chiedendo il pagamento di cinque anni di arretrati su box, cantine, soffitte e rustici.
Carate, pasticciaccio TarsuI cittadini sul piede di guerra

Carate – Anche Adiconsum Brianza scende in campo e chiede sia fatta luce sugli accertamenti sulla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani con cui l’amministrazione comunale sta chiedendo il pagamento di cinque anni di arretrati su box, cantine, soffitte, rustici, porticati e locali non abitabili. Martedì mattina, dopo aver prestato consulenza a una decina di caratesi in cerca di spiegazioni, Marzio Galliani, il referente dell’associazione che tutela consumatori e ambiente per la Cisl, ha preso carta e penna e ha scritto all’assessore al Bilancio per avere un colloquio. «Ci siamo ritrovati la sede piena di persone in cerca di chiarimenti e informazioni. È una richiesta di soldi per ”dichiarazioni infedeli” e la gente è senza parole: se non ha mai dichiarato nulla, come è possibile averlo fatto infedelmente? Non è un bell’approccio, soprattutto in questo periodo di crisi economica ». È di mercoledì sera l’ultima stoccata del Pd, che da settimane, il primo e il terzo martedì del mese, di sera, apre la sede di piazza Risorgimento per indirizzare i cittadini a fare ricorso contro l’amministrazione comunale alla Commissione tributaria provinciale.
«Il Comune – così il segretario Marino Valtorta – ha cambiato i criteri per l’applicazione della Tarsu in barba al regolamento comunale vigente. E oltre al danno, c’è pure la beffa perché l’accertamento riguarda ”dichiarazioni infedeli” da parte dei cittadini che, in realtà, mai hanno dichiarato alcunchè. Se le parole hanno un senso, è l’amministrazione che è stata incapace di fissare i criteri. Per noi queste richieste sono illegittime e sono il risultato della necessità di fare cassa in ogni modo». Aggiunge Sandro Fumagalli, ex consigliere comunale nella passata legislatura ed esperto di bilancio per il centrosinistra: «In tre anni, dal 2008 al 2010, i nuovi accertamenti Tarsu hanno portato 968mila euro in più al Comune, quindi 300mila euro all’anno. E questi si aggiungono ai 425mila entrati grazie all’aumento del 20 per cento applicato nel 2010 a tutti i cittadini».
«Una fetta consistente – così Francesco Paoletti, capogruppo in consiglio comunale – viene trasferita all’Esatri: una bella iniziativa per questa agenzia». Non convincono, insomma le ripetute rassicurazioni dell’assessore al Bilancio, Maurizio Schena, che ha più volte ribadito la bontà del provvedimento, spiegando che: «Non è l’ufficio Tributi che a suo piacere definisce ”infedeli” le dichiarazioni dei contribuenti, ma il decreto legislativo 507/93, che con lo stesso termine indica le omissioni. Non ci sono dubbi circa l’assoggettabilità dei box alla Tarsu essendo la giurisprudenza più volte intervenuta in merito. Sbaglia chi sostiene che i box non siano locali abitabili: una cosa è l’abitabilità o l’agibilità ai fini edilizi e una è il presupposto e l’assoggettamento delle superfici ai fini Tarsu».
Alessandra Botto Rossa