Boncinelli e Bertirotti spieganola bellezza della mente

Boncinelli e Bertirotti spieganola bellezza della mente

Monza – Settimana della bellezza: l’evento preparato per Monza dalla associazione Polaris (area Pdl), e dedicato alla bellezza nella mente, è passato come una meteora, bella, ma solo per quei pochi che l’hanno potuta gustare. Solo una cinquantina, infatti, le persone presenti martedì sera al teatro Manzoni, una fugace apparizione dell’assessore alla cultura Di Lio, e un’ancora più veloce comparsa dell’assessore alle politiche giovanili Martina Sassoli. Peccato, e sia detto senza alcun rimprovero per i monzesi, evidentemente non adeguatamente informati; peccato anche e soprattutto per gli organizzatori, costretti a fare buon viso a cattivo gioco, dopo mesi di lavoro per organizzare e provare.Il filosofo Emanuele Severino,annunciato come primo relatore nello scarno comunicato diffuso nelle redazioni, non si è visto.

Presente invece e pimpante, lo scienziato Edoardo Boncinelli, che si è raccontato davanti al teatro vuoto per un quarto d’ora, a braccio. Dopo un’introduzione, breve, del presentatore, il presidente di Polaris, Federico d’Annunzio, la lettura da parte di due voci recitanti (Paolo Zambon e Manuela Loddo) di frasi celebri, da Platone a Keats, prese dal grande mare della letteratura, sulla bellezza, il tutto accompagnato dalla musica di uno strumento a corde suonato dal maestro Mauro Palmas. Quindi lo scienziato.

Due i concetti sottolineati da Edoardo Boncinelli. Il primo: falso percepire noi stessi come semplici spettatori nel mondo. In realtà noi facciamo al mondo, per come siamo fatti, un sacco di domande. E’ l’attività dei sensi. E per spiegarla ha fatto l’esempio degli esperimenti sul ranocchio, alla cui retina erano collegate delle apparecchiature per registrare le scariche di elettricità emesse al passaggio di particolari oggetti. O meglio di un oggetto: il moscone, ovvero il suo cibo. Ebbene, solo utilizzando una immagine di moscone avveniva la scarica, con le altre – che pure riproducevano lo stesso insetto – non succedeva niente. Dopo parecchio tempo si è scoperto l’arcano: il contenitore fisso della diapositiva era difettoso, ovvero presentava una linea verticale. Il ranocchio reagiva alla linea verticale; e così accade anche per l’uomo. E ci si è avvicinato al punto: la bellezza.

“Noi umani, ha detto Kant, non conosciamo la realtà per quello chè è, ma per quello che appare. E abbiamo degli schemi che lui chiamava a priori per conoscere. Ebbene, oggi, la scienza – ha concluso Boncinelli – sa dare nome e cognome agli a priori, e questo per me è bello”. Domanda secca da parte del conduttore: ma da dove nasce la bellezza? Risposta altrettanto secca dello scienziato: “Non si sa; nessuno lo sa”. Alla chiacchierata è seguita la proiezione di tre quadri: “Il battesimo di Cristo”, di Masolino; “Il martirio di San Sebastiano” di Masaccio, e la “Pietà” di un anonimo francese del XVI secolo. “Ora vi faremo vedere – ha detto il conduttore – in un’opera di video art i tre concetti espressi dai tre quadri: la nascita, l’emergenza (e quindi la vulnerabilità), e il decadimento”. Quindi la proiezione dell’opera realizzata da Bill Viola.

Secondo ospite: Alessandro Bertiroti, docente di antropologia della mente all’Università di Firenze. Anche per lui un breve racconto di sè. Tommaso d’Acquino il suo faro: “egli disse che all’intelletto arriva tutto quello che passa dai sensi. Ma certo non finisce tutto lì; infatti, perchè ci interroghiamo?” Quindi il concetto di bellezza: “Per me è l’incoerenza”. Un termine strano, ma che poco prima ha descritto come dinamica della vita: “la nascita è un passaggio, proveniamo da un ambiente e andiamo in un altro. Questo dire di sì e poi ritrattare, affermare e poi ripensare è un po’ tutta l’esistenza”. In chiusura i ringraziamenti a tutto lo staff.
Antonello Sanvito

LE ALTRE TAPPE
La Settimana della bellezza prosegue (con altri relatori ed eventi) per altre quattro tappe: sabato 20 febbraio a Bergamo, teatro Donizetti); il 24 a Mantova, teatro Bibiena; il 26 a Brescia, teatro San Barnaba; il 27 a Milano, teatro Franco Parenti. Informazioni sul sito di Polaris: www.polariscultura.it