Bergonzoni, l’affabulatorein scena a Binario 7 a Monza

Bergonzoni feconderà i concetti di cura e prendersi cura con quello di arte. Inviterà il pubblico, attraverso un'esplorazione linguistica, a chiedersi quale sia la sua idea di cura, di adatto, sbagliato, malato, inutile e diverso. Giovedì 17, alle 18. Ingresso libero
Bergonzonial Binario 7

Monza – Parlare di Alessandro Bergonzoni è come tuffarsi nell’oceano. Una personalità travolgente. Una mente e un cuore senza confini. Accarezza, con la stessa sensibilità, poesia e comicità, teatro e solidarietà. Della parola e dei suoi multiformi aspetti ha fatto la sua arte per eccellenza. Un’arte scomoda, sempre alla ricerca di nuovi recinti da abbattere. Bergonzoni giovedì pomeriggio è a Monza, ospite di PoesiaPresente, rassegna di poesia contemporanea. Alle 18 incontra il pubblico al teatro Binario 7 di via Turati. L’ingresso è libero. C’è da immaginarselo: i suoi saranno turbinii di parole, tsunami di significati e significanti, vortici verbali in cui venire centrifugati.

All’Elfo Puccini di Milano ha appena presentato il monologo ‘Urge’. “E’ un urlo silente contro le metastasi culturali del nostro tempo – ha dichiarato -. Bisogna fare un voto di vastità, non ci si può accontentare di fare il poeta, il dottore o l’artista. La rivoluzione culturale si fa non solo per motivi politici, ma anche per questioni di trascendenza e insostenibilità”. Può sembrare una frase ad effetto, ma sulla bocca di Bergonzoni suona in modo coerente. “Sono per la chirurgia etica: bisogna rifarsi il senno”. Secondo l’artista bolognese, 52 anni, gli ‘anestetizzatori sociali’ ci hanno procurato occlusioni intellettuali e paresi dell’anima. Per questo occorre fare ‘alchemioterapia’. Bisogna modificare le sostanze, la materia prima, e l’anima poi.

Nell’incontro di PoesiaPresente feconderà i concetti di cura e prendersi cura con quello di arte. Sono molti i concetti che collegano arte e malattia a quello di uomo, coscienza e scienza. Bergonzoni, sostenitore del diritto alla ricerca interiore, del diritto al pensiero, inviterà il pubblico, attraverso un’esplorazione linguistica, a chiedersi quale sia la sua idea di cura, di adatto, sbagliato, malato, inutile e diverso. Porterà l’attenzione anche sull’impegno personale, come ha fatto, del resto, nel messaggio video inviato al teatro Duse di Bologna. Suonando un campanello d’allarme. “Se non sono io il primo cittadino di me stesso, il mio governo, il mio parlamento, la mia assemblea quotidiana, cosa spero di portare all’esterno, nei partiti, nelle piazze? Se non lavoro attimo per attimo, sguardo per sguardo, anche quando dormo, anche quando sogno, cosa può succedere? Dal teatro si passa al tetro. Ci chiudono. Ci tolgono il cervello. Non i fondi, ci tolgono l’arte, la poesia, la parola. Parola che per molti è diventata ‘colluttoria’. Ti sciacqui un po’ e poi la sputi fuori, appena hai finito il festival, appena hai finito la serata”.

Dunque urge un urlo interiore, e subito dopo una rivoluzione. Calarsi nella realtà. Nel sociale. In questa occasione PoesiaPresente sottolinea che Alessandro Bergonzoni dal 2000 ha iniziato una collaborazione con l’associazione Gli Amici di Luca (ricerca ed assistenza per il risveglio dal coma) che lo ha portato ad occuparsi sempre di più negli anni di malattia e cura, tenendo decine di incontri in ospedali e università.
Modesto Panizza