Arriva l’onda d’urtodi Bud Spencer blues

Contaminare i generi con l'elettronica, gli strumenti ritmici, blues, rock, chitarra e batteria. Bud Spencer Blues Explosion sono Adriano Viterbini e Cesare Petulicchio, sono due e sembrano venti. Il 19 novembre sono a Seregno.
Bud Spencer Blues ExplosionLa festa di fine tour è al Bloom

C’è una cosa che sembra mettere d’accordo tutto il paese: i Bud Spencer Blues Explosion dal vivo spaccano di brutto. E loro, i romani Bsbe, sul palcoscenico si divertono un sacco. Adriano Viterbini e Cesare Petulicchio, voce-chitarra e voce-batteria, hanno ricominciato il loro viaggio su e giù per l’Italia col nuovo disco “Do it” (rilasciato il 4 novembre per Yorpikus), un titolo dalla interpretazione diversa a seconda che si intenda all’inglese o come acronimo. Nel secondo caso, perché “Dio Odia i Tristi”? «Perché a noi piace credere nella musica come qualcosa di liberatorio – racconta Adriano Viterbini, al volante da un live all’altro – E per noi è stato un bene avere un atteggiamento sereno e positivo. Questo ci è sembrato un modo simpatico per legare l’anima e la spiritualità del blues a un concetto meno pesante a quelli talvolta affrontati da questo tipo di musica».

Insomma, poche lamentele e tanti fatti: do it, appunto. I Bsbe fanno tanto e suonano quello che vogliono e quello che sentono. Sono due e sembrano una big band, tirando fuori il massimo da chitarra, batteria e amplificatori. La stessa corsa sul crinale che permette di passare con estrema disinvoltura dai loro testi alla strepitosa cover dei Chemical Brothers (“Hey boy, hey girl”, uno dei brani che li ha catapultati sotto i riflettori), e poi a Jimi Hendrix.
«Con “Do it” prima abbiamo fatto il disco e poi ci siamo accorti di quello che eravamo riusciti a mettere insieme – continua Viterbini – è stato come mettere nel cassetto degli appunti e poi ritrovare un lavoro che ci rispecchiava. Volevamo focalizzare l’attenzione sul rock, sul blues e sull’impatto live anche per fare vedere come siamo cresciuti rispetto all’esordio, quattro anni fa con “Happy”, in cui eravamo più in balia di noi stessi. Ora sappiamo cosa vogliamo e cosa vogliamo ottenere per il futuro».

Come nasce la grande attitudine live? «In tutti in nostri spettacoli c’è una forte componente di improvvisazione e ogni serata è diversa. Ci sono tanta interazione, coinvolgimento e comunicazione con chi sta sotto il palco. E il pubblico partecipa, ci aiuta. Tutto nasce dalla nostra passione per tutti i generi musicali: per noi ascoltare tutti i tipi di musica è vitale e naturalmente ascoltiamo quello che più ci piace». Ovvero? «Ci piace contaminare i generi con l’elettronica, con gli strumenti ritmici che groovano». Tra suono e stile che toccano il Delta del Mississippi e Seattle, Robert Johnson e Kurt Cobain, i Led Zeppelin e i Clash.

Il “Do it Tour” fa tappa il 19 novembre all’Honky Tonky di Seregno (dalle 22 in via Comina 35-37, ingresso 5 euro con tessera Acsi), per la quarta data dopo Bologna, Eboli e Torino. Che spettacolo sarà? «Un po’ visionario. Sarà un concerto in cui puoi chiudere gli occhi e incominciare a immaginare».

Dopo la Brianza, l’onda Bsbe travolgerà Piacenza, il 25 novembre al Fillmore, Firenze (il 26 al Viper Theatre), Conegliano Veneto (il 10 dicembre all’Apartamento Hoffman), Modena (il 16 al Corallo), Cesena (il 23 al Georg Best Club), Copertino (il 27 dicembre al Triade rock club), Catania (il 29 al Sala Lomax), Palermo (il 30 dicembre ai Candelai), Perugia (il 28 gennaio all’Urban).
Chiara Pederzoli