Arcore, un fondo per i lavoratorima senza i soldi dei politici

Arcore – A colpi di ordini del giorno, emendamenti e documenti ritirati, alla fine, il consiglio comunale ce l’ha fatta e ha trovato un accordo sull’ipotesi di istituire un fondo per i lavoratori in difficoltà. La sostanza è questa e, per quanto di cifre non si sia parlato, il risultato però è stato sofferto. I primi a presentare un ordine del giorno, nella seduta di mercoledì scorso, sono stati i consiglieri del Pd, intenzionati a promuovere un sostegno destinato a lavoratori che abbiano perso il posto. Il centrodestra, evidentemente motivato a non concedere al centrosinistra la bandiera di difensore dei lavoratori, ha risposto con un ordine del giorno analogo, consegnato in serata, con carattere d’urgenza. Quando il centrosinistra si è impuntato, chiedendo (e ottenendo) conferma al segretario che i presupposti per l’urgenza non ci fossero, il centrodestra è stato costretto a ritirare il suo ordine del giorno e a sedersi al tavolo con il Pd per trovare un accordo. Emendato dalla maggioranza, il testo dei democratici è stato approvato all’unanimità. Così sarà istituito un fondo che, come ha richiesto espressamente l’assessore alla partita Attilio Cazzaniga, verrà affidato in gestione al centro Caritas di Arcore che già gestisce il Fondo famiglia lavoro della diocesi. I criteri saranno i medesimi. La bufera è scoppiata dopo, quando Maria Rosa Brioschi (Pd) ha proposto di decurtare il gettone di presenza dei consiglieri e lo stipendio del presidente del consiglio del 10-15 per cento, per riempire il fondo, impegnando anche sindaco e assessori a ridursi i rispettivi compensi. Il centrodestra ha detto di no, precisando che la cifra sarebbe stata troppo bassa. Conti approssimativi, comunque, parlerebbero di 20mila euro circa in un anno. In consiglio, nel frattempo si è scatenata una barre. La proposta della Brioschi comunque è stata bocciata.