Arcore e villa Borromeo d’AddaDopo trent’anni c’è un progetto

Arcore e villa Borromeo d’AddaDopo trent’anni c’è un progetto

Arcore – La Montagnola diventerà un Centro internazionale di documentazione e ricerca sul paesaggio e l’ambiente. Questa la destinazione d’uso di Villa Borromeo D’Adda descritta nel corso di una conferenza stampa tenuta nella Sala del camino giovedì scorso. «Il restauro complessivo è un programma pluriennale» ha chiarito il sindaco Marco Rocchini, «e il suo procedere dipenderà dalle disponibilità finanziarie. Ma una volta partiti non ci si ferma più».

Lo studio – La parola è andata a Massimo Carmassi, architetto toscano e professore di progettazione all’Istituto universitario di architettura di Venezia, responsabile dello studio di fattibilità per il restauro della villa comunale con cui si partecipa al bando regionale con scadenza il 28 maggio che mette a disposizione denaro europeo. L’obiettivo è ottenere il finanziamento della metà dei costi del primo lotto di lavori. «Il primo lotto riguarda la parte di edificio sul retro, che si sviluppa al piano terra e ammezzato, con copertura autonoma recentemente restaurata, inclusa la terrazza esterna a piano terra che dà accesso al salone ovale. Sono compresi anche i lavori urgenti sull’intera copertura dell’edificio per garantire sicurezza e scongiurare infiltrazioni d’acqua. Le caratteristiche del salone ovale e delle due ali laterali insieme ai relativi mezzanini e al grande terreno esterno su cui si affacciano con portefinestre predispongono la villa restaurata a ospitare conferenze, mostre, piccoli spettacoli e sale di studio complementari. È previsto anche uno dei due ascensori».

Nodi – «I problemi strutturali del primo lotto – prosegue Carmassi – dovrebbero essere limitati alla verifica delle condizioni statiche e se necessario a un consolidamento. Ciò richiederà lo smontaggio della copertura in lamiera del salone ovale e delle pavimentazioni dei due grandi terrazzi. Sarà necessario inoltre verificare la resistenza strutturale della balconata interna, che accoglieva i musicisti durante le feste. Rilievi a stucco, affreschi, tappezzerie dovranno essere restaurate e ripristinate seguendo le antiche tecniche artigianali. I pavimenti in legno, in gran parte distaccati e danneggiati, dovranno essere rimossi e rimontati; le parti mancanti saranno sostituite con materiale identico. Sarà necessario posare le canalizzazioni degli impianti di climatizzazione, elettrici e di sicurezza in apparecchi a scomparsa. I lampadari dovranno essere restaurati».

Interventi – «La terrazza esterna che degrada verso il parco – spiega Carmassi – è costituita da due parti in stile tardo barocco. Quella su cui si affaccia direttamente il salone ovale è protetta da una loggia sostenuta da mensole in ferro battuto e sei colonne di ghisa. La terrazza, pavimentata alla veneziana, è delimitata da una balaustra in pietra riccamente scolpita ed è collegata alla terrazza sottostante con due rampe curve di scale in pietra. Il loro restauro richiede molti interventi: consolidamento e ripristino dei muretti e delle balaustre; restauro del pavimento alla veneziana; riallineamento delle lastre dei gradoni smossi; restauro delle siepi e risistemazione del terreno; restauro della fontana e ripristino delle canalizzazioni; adeguato sistema di illuminazione; restauro della pensilina. I due livelli delle terrazze e quello del piano terra saranno raggiungibili anche da persone disabili attraverso rampe che saranno inserite con rispetto».
Arianna Pinton