100 Firme, i segni della crisi:vendite giù, malumori nel cda

100 Firme, i segni della crisi:vendite giù, malumori nel cda

Lissone – Solo giovedì mattina il sindaco Ambrogio Fossati, in diretta a Telenova, avevarimarcato con comprensibile orgoglio la riconosciuta peculiarità del territorio, citando “Palazzo del Mobile 100 Firme” quale realtà eccellente del settore più caro alla città. Pare, però, che proprio il ben noto Palazzo del Mobile 100 Firme stia attraversando un periodo di particolare fibrillazione che sta addensando parecchie ombre sul presente e sul futuro della società.

Sorta nel 1958 dall’intraprendenza di un centinaio di artigiani ed imprenditori mobilieri, avallati dal patrocinio del Comune di Lissone. I fatti registrati negli ultimi giorni costituirebbero chiare indicazioni di criticità: si vocifera infatti con insistenza, dell’abbandono della riunione del cda (lunedì 9 novembre) da parte del vicepresidente del “Palazzo del Mobile 100 Firme” Enrico Arosio, episodio che avrebbe così ufficializzato un trend non positivo iniziato, pare, nei primi giorni di ottobre. Il bel sistema commerciale lissonese è dunque in fibrillazione, complice del resto la grave crisi economica che stiamo attraversando, e mostra i primi significativi segni di sofferenza per così dire “psicologica”.

Durante lo scorso mese di maggio la volontà del Cda, per altro da tutti apprezzata e condivisa, si indirizzò verso una figura di “agente-manager” , a cui fu demandato l’incarico di importanti compiti di riorganizzazione, sfida avvincente certo, anche se irta di ostacoli. Ma gli avvenimenti che si sono susseguiti in questi ultimi tempi, stanno facendo crollare tutto quanto di buono si stava realizzando. Congiuntura economica a parte, si vocifera nello specifico di un forte aumento dell’ Ici comunale e di vendite che sarebbero in netta diminuzione, unitamente ad una riorganizzazione interna mai presa in seria considerazione.

Ci sarà chi batte la concorrenza con il prezzo, chi con la promozione, ma una società come il Palazzo del Mobile, forte e lungimirante, deve guardare sopratutto ai cambiamenti dei consumatori e su di essi investire, produrre e comunicare con idee chiare, che al momento pare non esistano. Probabile che possa essere indetta una riunione pubblica a livello cittadino per illustrare lo stato in cui versa la società, proporre nuovi programmi agili e di rottura, un brand di comunicazione coinvolgente più semplice e chiaro con le parole espresse da chi, da sempre, produce mobili ed arredamenti. Facendo così un’ opera di sostegno al marchio di una “Lissone Città del Mobile e dell’Arredamento”, riconosciuta in tutte le parti del Mondo. E che ci si augura, possa continuare a contare, con rinnovato vigore, su una delle sue realtà più rappresentative.