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L’aristocratica che combatte per dimostrare al mondo che la disabilità è dignità

Maria Cristina Speroni, dal 2005 su una sedia a rotelle per la sclerosi multipla, ha ricevuto una trelefonata di incoraggiamento dal presidente Mattarella per la sua battaglia di civiltà

«È stato un grande onore ieri ricevere la telefonata dal Quirinale e nello specifico dall’Ufficio predisposto per competenze di responsabilità civica dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: si complimentavano per il mio libro Voglio volare, la mia vita la guido io, dimostrando molta considerazione e coinvolgimento nella lettura». Non è la prima volta che Maria Cristina Speroni riceve i complimenti e l’incoraggiamento del Quirinale, ma ogni volta è un’emozione unica. Lo racconta lei stessa, condividendo la sua soddisfazione anche sui social:

«Tali Eccellenze – ha scritto solennemente Speroni – si sono sentite trasportate nei racconti e nei periodi della mia vita con entusiasmo e partecipazione, rievocando anche i loro periodi di gioventù. Si sono sentite coinvolte dall’amore che scaturisce in generale, ma anche per mia figlia e con mia figlia co-protagonista, e mi hanno ringraziato per la dedizione da parte mia e del “Progetto Fragilità” alle problematiche delle persone affette da disabilità. Ringrazio tali Eccellenze per avermi recato tanti meriti».

Edito da Albatros, “Voglio volare”, è un libro autobiografico in cui corrono parallelamente la vita di passata e presente di Maria Cristina Speroni, la sua incredibile infanzia in una tenuta a Gonzaga, nel mantovano, dove Speroni è nata in un’antica famiglia nobile, insieme alla sua battaglia per i diritti delle persone più fragili, iniziata nel 2005, quando le è stata diagnosticata la sclerosi multipla:

«Combatto per dimostrare al mondo intero che la disabilità non ferma la vita di una persona, ma la modifica. E così eccomi qua – sorride Speroni – a 67 anni, seduta su una sedia a sei ruote a scrivere un resoconto degli anni trascorsi e di quanto ho realizzato e concretizzato negli ultimi sedici di vita complicata. Ma pur sempre vita».