Indagine Cisl fotografa la sanità di Monza e Brianza: i numeri di chi rinuncia alle cure, gli esami a pagamento

Una indagine della Cisl tra i suoi iscritti fotografa la sanità di Monza e Brianza: le percentuali, chi rinuncia alle cure, chi si rivolge al privato.
Medici in ospedale
Medici in ospedale FABRIZIO RADAELLI

In provincia di Monza e Brianza il 7,7% della popolazione ha un reddito familiare netto superiore a 50.000 euro. Solo Milano (9,7%) e Cremona (8,2%) fanno meglio. Ma vi è pur sempre una percentuale dell’8,5% che dichiara un reddito sotto i 15.000 euro alla quale si aggiungono una fascia del 52,2% che dichiara un reddito compreso tra i 15 000 e i 30.000 euro e una del 31,6% che dichiara tra i 30.000 e i 50.000 euro. I dati sono stati presi in esame da un’indagine condotta tra gli iscritti Cisl dal titolo “Servizio Sanitario in Lombardia” curata da BiblioLavoro, il centro studi del sindacato.

Indagine Cisl fotografa la sanità di Monza e Brianza: 60 domande per 11.500 associati

Più di 11.500 gli associati hanno risposto alle 60 domande rivolte, permettendo di “ottenere un quadro chiaro e strutturato delle criticità vissute dai nostri iscritti” sottolinea Roberta Vaia, segretaria regionale Cisl Lombardia.
La rinuncia alle cure è una situazione diffusa tra le fasce sociali economicamente più svantaggiate. Nella nostra provincia il 39,2% degli intervistati dichiara di non potersi curare per ragioni economiche. Il 63,6% rinuncia perché i tempi di attesa sono troppo lunghi mentre il 44,3% non accede alle cure per scomodità della struttura. In generale, oltre un intervistato su due ha almeno una patologia cronica (52,3%), mentre quasi uno su cinque ha due o più patologie croniche.

Indagine Cisl fotografa la sanità di Monza e Brianza: le prestazioni a pagamento

Nel 2023, otto su dieci intervistati hanno effettuato almeno una visita specialistica ambulatoriale. I più anziani si sono fatti visitare maggiormente rispetto ai più giovani. Quasi quattro prestazioni su dieci sono state erogate a pagamento in strutture private. Tra Monza e Brianza il 3,3% degli intervistati ha fatto questa scelta perché la struttura era più accessibile, il 73,3% perché i tempi di attesa erano più brevi, il 12,5% per poter scegliere il medico desiderato, il 3,5% lo ha fatto su consiglio di parenti o amici, il 7,3% per altri motivi non specificati.

Indagine Cisl fotografa la sanità di Monza e Brianza: le specialità più indicate

La specialità più frequente indicata dagli intervistati come ultima visita ambulatoriale erogata nel 2023 è stata la visita ginecologica, seguita da quella ortopedica e da quella oculistica. Le province lombarde con il maggior numero di residenti che svolgono più frequentemente visite specialistiche in strutture sanitarie ubicate fuori dalla propria provincia sono Lodi (29,9%) e Monza e Brianza (26,5%).
Tra i pazienti brianzoli vi è un 73,1% che rimane in provincia e uno 0,4% che esce dalla Lombardia. Oltre sei intervistati (62%) su dieci hanno effettuato degli esami nel 2023. Il 25,2% dei brianzoli si è recato fuori provincia, lo 0,3% fuori regione mentre il 74,5% ha scelto strutture del territorio brianteo.

Indagine Cisl fotografa la sanità di Monza e Brianza: prenotazioni e esami più frequenti

Tra tutti gli intervistati, la modalità prevalente di prenotazione degli esami è stata la telefonata al CUP aziendale o l’essersi recati di persona nella struttura sanitaria prescelta (54,7%). Gli esami più frequenti sono stati: l’ecografia (19,7%), la risonanza magnetica (14%), la mammografia (10%), l’ECG (8%) e gli esami radiologici (7,6%). Più della metà degli intervistati che si è sottoposta ad un esame ecografico ha fatto ricorso alla prestazione a pagamento. L’80,2% dei brianzoli che si è rivolto a una struttura a pagamento lo ha fatto per ridurre i tempi di attesa e il 6,6 per scegliere il medico. Tra gli intervistati, più del 10% hanno effettuato ricoveri lo scorso anno. Il 44,4% dei brianzoli è stato ricoverato fuori provincia, nessuno fuori regione.

Indagine Cisl fotografa la sanità di Monza e Brianza: il pronto soccorso

Per quanto riguarda il pronto soccorso, nella nostra provincia la media delle ore di attesa prima di essere visitati è stata circa 2 ore con un picco di 9 (picchi di 12 ore sono stati segnalati in sette province). La media di attesa tra visita e ricovero di 6 ore con un picco di 36 (picchi di 48 si sono registrati in sei province).