Tasse crypto: prorogata al 30 settembre la scadenza per mettersi in regola!

ll ministero dell’Economia ha deciso di prorogare il versamento dell’imposta sulle criptovalute previsto al 30 giugno. La nostra guida semplice alla dichiarazione.

Tra le scadenze più odiate dagli italiani spicca senza dubbio quella della dichiarazione dei redditi, anche se per i possessori di criptovalute e di chi ha deciso di investire in bitcoin ci sono ottime notizie.

Il Ministero dell’Economia ha infatti annunciato una proroga per i termini di versamento dell’imposta che sarà posticipata dal 30 giugno al 30 settembre per permettere ai contribuenti di mettersi in regola con le disposizioni fiscali.

Dietro alla decisione la complessità della normativa e la mancanza di chiarezza su alcuni punti chiave.

Come si dichiarano le criptovalute? 

La Legge n. 197/22 ha stabilito che i proventi derivanti dalla restituzione, vendita, scambio o detenzione di criptovalute rientrano nella categoria dei redditi diversi secondo l’articolo 67, comma 1, lettera c-sexies del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR).

La dichiarazione delle criptovalute è obbligatoria ma si pagano tasse solo sulle plusvalenze e con una aliquota pari al 26%.

Le plusvalenze sono calcolate come la differenza tra il corrispettivo percepito e il costo o il valore iniziale di acquisto. Inoltre le minusvalenze possono essere sottratte integralmente dalle plusvalenze nei periodi fiscali successivi, ma non oltre il quarto anno.

La recente Legge di Bilancio 2023 ha anche chiarito che “lo scambio tra valute virtuali non assume rilevanza”, ma si rende necessaria la dichiarazione fiscale quando si utilizzano le criptovalute per l’acquisto di beni o servizi, oppure quando avviene la conversione in euro o valuta estera.

Nel quadro RW della dichiarazione fiscale si dovrà indicare il valore iniziale e quello finale delle cripto-attività al 31 dicembre. Nel caso di una plusvalenza senza alcuna conversione non sarà richiesto il pagamento di alcuna imposta.

Cosa fare se non si è mai dichiarato il possesso di criptovalute al fisco? 

Prevista una sanzione ridotta, pari allo 0,5% del totale, per ogni anno di mancato monitoraggio calcolato a partire dal 31 dicembre 2021. Tuttavia, questa sanzione si applica solo se non sono state effettuate conversioni in valuta tradizionale.

Se invece sono state effettuate con una plusvalenza prima del 31 dicembre 2021, è possibile mettersi in regola pagando un’imposta sostitutiva del 3,5%, a cui va aggiunto lo 0,5% per ogni anno di mancato monitoraggio.

Per quanto riguarda il possesso di token non fungibili (NFT) è invece previsto il pagamento di un’imposta di bollo annuale pari al 2 per mille del valore detenuto. Si tratta però di una della parti meno chiare di tutto il provvedimento.

La nuova normativa prevede anche la possibilità per gli exchange di diventare sostituti d’imposta, ovvero in un prossimo futuro si occuperanno loro degli adempimenti fiscali come accade per le banche.

Alcuni exchange, come Binance, hanno già messo a disposizione degli strumenti per migliorare la trasparenza fiscale introducendso la funzione Binance Tax disponibile per il momento solo in Francia e in Canada ma verrà presto resa disponibile in altre nazioni.

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In futuro ci saranno anche automatismi legati alla dichiarazione dei redditi e altre feature per migliorare la vita lavorativa dei freelance.

I.P.

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