L’editoriale del direttore: penitenziari tra sovraffollamento e suicidi. La politica dovrebbe parlarne (e fare) di più

Detenuto si toglie la vita a Monza. Basterà il D.l. 92/2024, recentemente approvato dal Governo? Chissà...
Cristiano Puglisi
Cristiano Puglisi

Per alcuni mesi abbiamo sentito molte voci esprimersi duramente sulle immagini di Ilaria Salis (oggi unica brianzola eletta al Parlamento Ue) condotta in tribunale in catene durante un processo penale in Ungheria. Si è detto di condizioni inumane e intollerabili. E certamente, come scrissi all’epoca dei fatti, quella giovane donna in ceppi non era un bel vedere. Tuttavia, se della situazione delle prigioni nel Paese governato da Viktor Orban si è discusso, proprio in virtù del caso Salis, in lungo e in largo, troppo poco si è parlato e si parla dello stato dei carcerati nella civilissima (del resto così amiamo dipingerci, rispetto agli “altri”, ai cattivoni “non occidentali”) Italia.

A riportare in auge la questione è stato, sul nostro territorio, l’ennesimo suicidio in una casa circondariale, avvenuto nei giorni scorsi proprio a Monza. Ora, nulla si sa e nulla possiamo dire rispetto al fatto specifico, però è sicuramente vero che i quasi 60 episodi di questo tipo accaduti, nel belpaese, da inizio anno sono un numero che desta impressione. Così come il dato sul sovraffollamento nei penitenziari, pari, secondo il Garante dei detenuti, al 130% (media nazionale). Basterà il D.l. 92/2024, recentemente approvato dal Governo? Chissà. Di sicuro sarebbe nobile se la politica si occupasse di più di questo tema (anche se di voti, notoriamente, ne regala pochini).