L’oro è stabile a 1.750 dollari nonostante il nervosismo della Fed, mentre lo stimolo cinese ha un impatto minimo sul rame

I prezzi del rame sono rimasti sottotono rispetto all’ultimo programma di stimolo della Cina, mentre i prezzi dell’oro hanno registrato pochi movimenti giovedì, ma hanno mantenuto i recenti guadagni mentre gli operatori attendevano ulteriori indizi sulla politica monetaria americana.

I futures sull’oro sono saliti dello 0,2% a 1.765,0 dollari l’oncia alle 20:31 ET, mentre l’oro a pronti ha oscillato leggermente intorno ai 1.752 dollari l’oncia.

Negli ultimi due giorni l’indice del dollaro è sceso da un picco di oltre due decenni, il che ha portato a un lieve aumento del prezzo dell’oro. In vista del discorso di venerdì del presidente della Fed Jerome Powell al simposio di Jackson Hole, i commercianti sono riluttanti ad acquistare ulteriore oro.

Giovedì la quotazione del dollaro è rimasta invariata.

Le possibilità che la Fed riduca il tasso di aumento dei tassi di interesse sono minime, perché gli investitori prevedono in generale che il presidente ribadisca l’atteggiamento aggressivo della banca.

Circa il 61% degli operatori di mercato prevede che la Fed aumenterà i tassi di interesse di 75 punti base a settembre per ridurre l’inflazione dal suo record di 40 anni.

Si prevede che la Fed continuerà il suo percorso di inasprimento della politica monetaria, come dimostrano i commenti da falco di vari funzionari della Fed. Finora, quest’anno, la banca centrale ha aumentato i tassi quattro volte.

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Ciò ha comportato un calo significativo del prezzo dell’oro, cancellando i guadagni ottenuti durante l’inizio del conflitto. Il dollaro ha offerto rendimenti migliori dell’oro, rendendolo un investimento più interessante.

Tra i metalli industriali, il prezzo del rame è aumentato, ma non sembra che il nuovo ciclo di stimoli cinesi abbia contribuito a incrementarlo.

In un contesto di grave rallentamento economico causato dalle chiusure del COVID-19, da un’ondata di caldo incessante e da un’incombente carenza di energia elettrica, la Cina ha presentato un piano di stimolo pari a quasi l’1% del suo PIL totale.


Il calo del settore industriale del Paese ha influito negativamente sul prezzo del rame nel 2017, soprattutto se si considera che la Cina è il primo importatore del metallo rosso. Un effetto negativo sulle prospettive economiche del Paese è previsto anche dall’escalation della crisi immobiliare del Paese.

Tuttavia, i prezzi del rame si sono ripresi questa settimana grazie alla riduzione dei tassi d’interesse da parte della People’s Bank of China per stimolare la crescita economica.

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