L’editoriale del direttore: iper-stressati, iper-connessi, iper-distratti. E ipo-umani

Il nostro stile di vita, quello della nevrotica contemporaneità metropolitana, non fa bene alla salute. Nostra e anche degli altri.
Cristiano Puglisi
Cristiano Puglisi

Lo dice anche il comandante della Polizia locale di Monza: il nostro stile di vita, quello della nevrotica contemporaneità metropolitana, non fa bene alla salute. Nostra e soprattutto, quando ci mettiamo alla guida, anche degli altri. Tanto da divenire, per lui e non solo per lui, una delle cause dei tanti incidenti stradali che ogni anno si verificano sul nostro territorio. D’altronde questa società ci spinge, ormai fin dai banchi di scuola, solo a competere e correre, come rulli compressori che non si fermano e non si devono fermare di fronte a nulla. Iper-stressati, iper-connessi, iper-distratti. E ipo-umani.

Il mito del “multi-tasking” è onnipervasivo e la tecnologia, che in teoria avrebbe dovuto migliorarci l’esistenza (così ci hanno detto e così ci continuano a raccontare), come gli smartphone, non fa altro che aumentare il tempo che tutti noi dobbiamo dedicare alla produttività (ma anche al consumo, altra forma di produzione di valore), sacrificando sempre di più quel “diritto all’ozio” che in Brianza suonerà anche come una bestemmia (parentesi: alle nostre latitudini si fa, oggi, tanta confusione tra etica del lavoro e idolatria del guadagno), ma senza il quale non è credibile dirsi uomini liberi.

Eppure ci convinciamo che questo sia sempre e comunque il migliore dei mondi possibili. Sbaglierò, ma non ne sono più molto sicuro…