I prezzi del petrolio aumentano grazie ai segnali di aumento della domanda.

I prezzi del petrolio sono aumentati nelle prime contrattazioni di venerdì, grazie ai segnali di miglioramento della domanda di carburante. Tuttavia, i guadagni sono stati limitati in quanto il mercato ha anticipato i suggerimenti del discorso del presidente della Federal Reserve statunitense sulla prospettiva di un rialzo dei tassi nel corso della giornata.

Alle 00:51 GMT, il prezzo dei futures sul Brent è aumentato di 46 centesimi, o dello 0,5%, a $99,80 al barile.

Il prezzo dei futures sul petrolio WTI (West Texas Intermediate) degli Stati Uniti è aumentato di 48 centesimi, o dello 0,5%, a 93 dollari al barile. Entrambi sono scesi di circa 2 dollari giovedì.

Le preoccupazioni per la distruzione della domanda di petrolio sono diminuite questa settimana, nonostante l’incertezza sul ritmo degli aumenti dei tassi negli Stati Uniti per combattere l’inflazione in aumento, portando entrambi i contratti petroliferi di riferimento ad aumentare di quasi il 3% per la settimana.

Gli analisti di ANZ Research hanno riferito che le dichiarazioni rilasciate da diversi funzionari della banca centrale statunitense prima del discorso di venerdì del presidente Jerome Powell hanno gettato un’ombra sulle prospettive economiche.

Nonostante ciò, gli analisti di ANZ Research hanno scritto in un rapporto che “stanno emergendo indicazioni di una domanda solida”, citando le statistiche sulla crescita del traffico di ispirazione.

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Secondo i dati più recenti del Congestion Index di TomTom, i volumi di traffico in Nord America, Europa e Asia-Pacifico hanno registrato una crescita settimanale significativa a partire dal 24 agosto.

Gli aumenti dei prezzi sono stati limitati anche dalla riluttanza del mercato in vista del discorso di Powell e dal potenziale ritorno del petrolio iraniano sui mercati internazionali.

Tuttavia, non è certo quanto rapidamente riprenderanno le spedizioni di petrolio iraniano anche se si dovesse raggiungere un accordo, ma Teheran sta attualmente studiando la risposta di Washington a un’offerta finale elaborata dall’Unione Europea per rilanciare un accordo nucleare.

La capacità iraniana di 4 milioni di barili al giorno, con un aumento di 1,4 milioni di BPD rispetto alla produzione attuale, dovrebbe essere raggiunta in circa un anno e mezzo se le sanzioni venissero ritirate.

Tuttavia, fonti dell’OPEC hanno indicato che l’organizzazione sta valutando la possibilità di tagliare la produzione per contrastare un eventuale aumento da parte dell’Iran. Ciò avviene dopo che l’Arabia Saudita ha sollevato l’idea di attuare dei tagli.

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