Bitcoin e il futuro delle criptovalute in tempi turbolenti

In questo articolo, esploriamo come Bitcoin reagisca in contesti bellici e confrontiamo tale comportamento con l'andamento storico dell'oro, considerato un bene rifugio.

In questi tempi in cui tutte le prime pagine dei giornali e dei siti online sono occupate da notizie di conflitti in corso e da terribili storie di violenza, dolore e sofferenza può sembrare insensibile parlare di criptovalute. Ma Bitcoin e le altre monete digitali, rappresentano un simbolo di resilienza.

È ovvio che Bitcoin non possa risolvere alcun conflitto o molti degli altri problemi che affliggono il mondo ma, quantomeno, ha tutte le caratteristiche per ergersi come strumento di speranza, pace e uguaglianza.

Il Bitcoin e la guerra

I conflitti che sono scoppiati negli ultimi anni – da quello in Ucraina al recentissimo tra israeliani e palestinesi – ci hanno portato a riflettere su come Bitcoin sia in grado di comportarsi in un periodo di guerra. È un fatto noto che funzioni in modo straordinario come valuta di salvataggio. Chi non ricorda, per esempio, come sia stato vitale per il popolo ucraino quando la Russia ha invaso il Paese nel 2022?

Appurato questo, come si reagirebbe Bitcoin in caso di estensione del conflitto? Il modo migliore per rispondere a questa domanda è analizzando il comportamento dell’oro.

Non c’è garanzia che, se una parte del mondo va in guerra, l’oro aumenti automaticamente di valore. Le performance di questo metallo prezioso durante le ostilità possono variare a seconda di diversi fattori, tra cui la natura del conflitto, la situazione economica e geopolitica generale e il sentiment degli investitori. 

L’oro è spesso considerato un bene rifugio (cosa che, per alcuni, comincia a essere anche Bitcoin, da cui la nostra idea di paragonarli), il che significa che tende a mantenere il suo valore o addirittura ad aumentare in periodi di incertezza

Oltre a svolgere un ruolo come bene rifugio, l’oro può subire l’influenza della guerra in vari modi: attraverso la svalutazione delle monete, le interruzioni nelle forniture e le confische governative.

Diamo un’occhiata ai numeri

Prima Guerra Mondiale – l’oro è aumentato di circa il 100%. 

Seconda Guerra Mondiale – l’oro è aumentato di circa il 40%. 

Guerra di Corea – l’oro è aumentato del 5-10% circa. 

Guerra del Vietnam – l’oro è aumentato di circa il 300%. 

Guerra del Golfo – l’oro è aumentato di circa il 10%. 

Guerra in Iraq – l’oro è aumentato di circa il 200%. 

Ci sembra evidente come, dal punto di vista statistico, l’oro tenda effettivamente a comportarsi bene durante periodi prolungati di instabilità e incertezza. Tuttavia, è importante notare che non ci sono garanzie quando si parla di mercati finanziari. Fattori esterni, tra cui i tassi di interesse, i dati economici e le politiche delle banche centrali, esercitano la loro influenza, insieme con la portata del conflitto e delle parti coinvolte.

Bitcoin è il nuovo oro?

Un punto cruciale da sottolineare è l’importanza del riconoscimento più ampio di Bitcoin come valuta globale

In uno scenario di guerra, per esempio, grazie a BTC i rifugiati avrebbero finalmente i mezzi per conservare il valore nei loro portafogli, nei loro telefoni cellulari o persino nella loro memoria (attraverso una frase-seme, ovvero una sequenza di parole casuali o specifiche utilizzata come chiave di recupero o backup per i portafogli digitali). 

In aggiunta, i conflitti – finanziati principalmente tramite l’inflazione governativa – verrebbero notevolmente ostacolati. 

Insomma Bitcoin non rappresenta una soluzione universale ma, in un contesto di grande incertezza, sembra in grado di fornire un aiuto rilevante sotto vari punti di vista. Nella speranza, naturalmente, di non doverlo mai sperimentare sulla nostra pelle e che, negli anni a venire, i Governi si concentrino di più sulle crypto e meno sulle armi… 

Il mining di Bitcoin diventa accessibile a tutti

Parlando di Bitcoin, l’associazione con il mining è pressoché automatica. Qui però vogliamo concentrarci sul cloud mining, un servizio che permette di partecipare al processo di mining di BTC senza dover gestire hardware o attrezzature. Invece di acquistare e configurare costosi dispositivi (come computer specializzati o minatori ASIC), gli utenti possono affittare la capacità di mining da provider di servizi.

Questi mettono a disposizione la potenza di calcolo del loro hardware di mining, che si trova in un centro dati remoto, e gli utenti pagano una tariffa per l’uso di questo hash rate. I proventi generati dal mining vengono suddivisi tra gli utenti in base alla quantità di potenza di calcolo che hanno affittato.

Il cloud mining offre una soluzione conveniente per coloro che desiderano partecipare al mining di criptovalute senza dover affrontare le complessità tecniche legate all’acquisto e alla gestione dell’hardware. 

Tuttavia, è importante notare che esistono anche rischi, come la possibilità di truffe o di contratti non redditizi. E qui entra in gioco Bitcoin Minetrix, un progetto di cloud mining che ha messo la sicurezza e la trasparenza in cima alle sue priorità. 

Prevendita da record

Che Bitcoin Minetrix ($BTCMTX) sia ritenuto affidabile e molto promettente è evidenziato dal fatto che abbia raccolto, con la sua prevendita, più di $1.000.000 in pochi giorni. Il progetto, tramite lo stake-to-mine, si propone di rivoluzionare il settore attraverso la tokenizzazione del cloud mining di Bitcoin.

Come detto, il cloud mining è un’idea allettante ma la storia recente è piena di operazioni fraudolente in cui i clienti investono denaro solo per scoprire che i guadagni del mining non si materializzano mai.

Bitcoin Minetrix elimina questi problemi perché non c’è scambio di denaro in contanti, poiché tutto è gestito a livello di contratti intelligenti Ethereum, in un servizio completamente automatizzato. È importante notare che il progetto è stato sottoposto e ha superato senza problemi significativi un auditing da parte della società di sicurezza blockchain Coinsult.

Il token nativo, $BTCMTX, alimenta l’ecosistema di cloud mining ed è un token ERC-20. Ce ne sono 4 miliardi disponibili nell’ecosistema con le seguenti allocazioni:

● Il 42,5% dei token BTCMTX è allocato per finanziare le operazioni di mining di Bitcoin, garantendo la sostenibilità e la crescita del progetto. 

● Un significativo 35% è destinato agli sforzi di marketing e all’espansione dell’ecosistema BTCMTX. Ciò sottolinea l’impegno nel coinvolgimento e nella consapevolezza della comunità.

● Il 15% dei suoi token è dedicato a ricompensare la partecipazione attiva della comunità, promuovendo una base di utenti vivace e coinvolta.

● Infine, il rimanente 7,5% è riservato per le ricompense di staking fino al lancio della piattaforma di cloud mining, preparando il terreno per futuri coinvolgimenti e partecipazioni.

Con una prevendita in rapida crescita e un forte interesse di mercato, Bitcoin Minetrix sta emergendo come una delle criptovalute da tenere d’occhio nel 2023. Il suo concetto rivoluzionario apre la porta agli appassionati di criptovalute per guadagnare ricompense in Bitcoin senza le complessità e i costi associati al mining tradizionale. Inoltre, il prezzo basso e il solido caso d’uso lo rendono particolarmente allettante.

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