Mezzago: niente accordo per Flowserve, scattano 61 licenziamenti

Fumata nera al tavolo istituzionale e scattano 61 licenziamenti della Flowserve di Mezzago.

Flowserve di Mezzago è fumata nera: dal 20 giugno si procederà con i 61 licenziamenti. A denunciarlo nei giorni scorsi la Fiom Cgil Brianza attraverso un comunicato nel quale ha spiegato che lo scorso 13 giugno la multinazionale ha rotto le trattative in corso al tavolo istituzionale in regione Lombardia e annunciato che procederà con i 61 licenziamenti.
“Uno schiaffo ai lavoratori, alle istituzioni, alle forze politiche ed alle organizzazioni sindacali che per oltre due mesi si sono battuti per la tutela dei lavoratori del sito di Mezzago – si legge nel comunicato -. Ancora una volta un’azienda multinazionale ha deciso di delocalizzare produzione ed attività in altri paesi del sud est asiatico, lasciando invece in Italia decine di licenziamenti. Nonostante gli appelli e le disponibilità di interlocuzione date dalle istituzioni e dalla IV Commissione di Regione Lombardia e dalle forze politiche sugli sviluppi industriali, sugli ammortizzatori sociali, sulla formazione e politiche attive, l’azienda procede sulla sua strada”.

Mezzago: niente accordo per Flowserve e la rabbia dei sindacati

La vicenda aveva preso il via lo scorso aprile con l’avvio della procedura di licenziamento per 61 lavoratori su 179 dipendenti del sito di Mezzago. Nelle settimane successive erano state intraprese diverse azioni di sciopero e si era aperta la trattativa in Regione. Questa mattanza nel nostro paese deve finire – afferma Adriana Geppert della Fiom Cgil le multinazionali, compresa Flowserve, parlano di responsabilità sociale di impresa, di dialogo con i lavoratori e con le loro rappresentanze sindacali, e poi licenziano buttando in mezzo ad una strada decine di lavoratori e le loro famiglie. E tutto questo mentre il CEO di Flowserve Corporation invia messaggi a tutti i dipendenti, compresi coloro che vogliono licenziare, vantando un andamento ottimo delle attività e dei risultati finanziari nel primo trimestre 2024 e prevedendo una chiusura del 2024 in crescita di due cifre rispetto all’anno precedente”. La sigla sindacale ha annunciato che le lavoratrici e i lavoratori si organizzeranno per impugnare i licenziamenti.