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Guerra e caro energia, Cna: “Calo stimato di 7,3 miliardi del Pil 2022 Lombardia”

I risultati del Focus trimestrale sull'andamento dell'economia regionale elaborato dal Centro Studi Sintesi
Giovanni Bozzini (CNA Lombardia)

Non sono per nulla incoraggianti i risultati emersi dal Focus trimestrale sull’andamento dell’economia regionale elaborato dal Centro Studi Sintesi nel contesto dell’Osservatorio di CNA Lombardia condiviso con le rappresentanze di Emilia Romagna e Veneto. La ripresa economica in Italia e in Lombardia è messa a serio rischio dalla guerra russo-ucraina.

Gli effetti ricadono inevitabilmente anche sul PIL 2022 della nostra regione la cui contrazione è stimabile in 7,3 miliardi di euro (quasi 33 miliardi per l’Italia). Nel 2022 anche i consumi nella Regione faranno infatti registrare 6,9 miliardi di euro in meno rispetto al 2019. Non va meglio per il settore energetico. Nell’ipotesi in cui il prezzo dell’energia elettrica si mantenga ai livelli attuali (circa 250euro/MWH), per tutto il 2022 sulle imprese graverebbero maggiori costi per oltre 15 miliardi di euro rispetto al 2019(+180%).

Cna e costo del gas: + 5,8 miliardi

Stesso discorso per il gas che, nell’ipotesi in cui il prezzo si mantenga ai livelli attuali (circa 100euro/MWH), le imprese dovrebbero farsi carico di maggiori costi per quasi 5,8 miliardi di euro rispetto al 2019 (+280%). Il Focus ha messo in luce il mix di fattori economici, alcuni dei quali di matrice geopolitica, che determinano una vera e propria “tempesta perfetta” a danno delle micro e piccole imprese nell’orizzonte di una ripresa già fragile nel corso della graduale uscita dalla pandemia.

In Italia il livello dei prezzi nel 2022 risulterà superiore del 7,6 per cento rispetto al 2019. In più i dati presentati evidenziano numeri drammatici in campo energetico: +410% del prezzo dell’energia elettrica e +603% nell’ultimo anno: “A colpire in particolare sono gli impatti della pericolosa e insostenibile dinamica dei costi energetici, che erode il potere di acquisto delle famiglie. I consumi nel 2022 si collocheranno ad un livello inferiore di 3,1 punti percentuali rispetto al 2019, con effetti deleteri sulla domanda interna.

Lo studio Cna, -6,9 miliardi di consumi

Alla Lombardia mancheranno quindi all’appello ben 6,9 miliardi di euro di consumi puntualizza presidente di CNA Lombardia Giovanni Bozzini. Nella nostra regione le imprese assorbono il 76% dei consumi elettrici e dei 15 miliardi di euro che potrebbero gravare sulle imprese, circa 10,2 miliardi ricadrebbero sull’industria (manifatturiero in testa) e i restanti 4,9 miliardi sulle imprese dei servizi (commercio su tutti). Le attività economiche rappresentano invece il 47% dei consumi di gas naturale nella regione e dei quasi 6 miliardi di euro di costi che le aziende dovrebbero farsi carico, circa 4 miliardi peserebbero sulle imprese dell’industria, mentre i restanti 1,8 miliardi sui settori del commercio e dei servizi. Bozzini ricorda alcuni dati del passato.

“Nel 2019 il comparto imprenditoriale in Lombardia aveva un costo dell’energia elettrica complessivo pari a 8,389 miliardi di euro– sottolinea-la stima per il 2022 è di 23,525 miliardi di euro. Siamo quindi al + 180 per cento al lordo delle agevolazioni del Governo. Idem per il gas con un aumento del 280% rispetto al 2019. Si passa da un costo complessivo di 2,058 miliardi di euro nel 2019 ad una stima di una bolletta di 7,810 miliardi per il 2022, sempre a carico delle imprese lombarde”. Il focus si è soffermato anche sull’export. La Lombardia esporta verso Russia ed Ucraina prodotti meccanici, chimica gomma plastica, prodotti del sistema moda e del sistema casa, metallurgia e metalli, agro-alimentare: un business pari a 2,7 miliardi nel 2021, oggi totalmente a rischio.

L’allarme Cna in Lombardia: servono nuovi mercati

Il punto non è solo la secca caduta nell’export verso Russia ed Ucraina già in atto nel 2022 – commenta il segretario regionale CNA, Stefano Binda- Il tema è che all’orizzonte si profila per l’ennesima volta la brusca necessità di riorientare le rotte dell’export verso nuovi mercati, perché è del tutto indecifrabile la possibilità di ripristinare rapidamente i flussi verso Ucraina e Russia. E se non fosse un lockdown temporaneo?”. In sintesi, la crescita determinata dal rimbalzo del secondo semestre 2021 e dal graduale progresso delle vaccinazioni si è fortemente ridimensionata in ragione di una vera e propria tempesta perfetta. Bozzini, lancia un allarme: Chiediamo al Governo interventi strutturali ma anche efficaci nel breve periodo. Il PNRR va sicuramente rivisto nel dosaggio delle priorità. Facciamolo ora, perché non avremo altre opportunità. O genera effetti sul tessuto reale delle micro e piccole imprese oppure sarà l’ennesimo gol mancato a porta vuota. Agisca il Governo, ma soprattutto agisca l’Europa.”