Brianza, gli artigiani e l’articolo 18 «Oggi non è una nostra priorità»

Il 95% delle imprese artigiane brianzole ha meno di 15 dipendenti che, in tutto, tra Monza e Brianza, sono 63mila. Per questo, secondo Marco Accornero, segretario generale dell’Unione artigiani di Monza e Brianza “occorre puntare piuttosto alla riduzione del peso fiscale”.
Un artigiano al lavoro
Un artigiano al lavoro

Il 95% delle imprese artigiane brianzole ha meno di 15 dipendenti che, in tutto, tra Monza e Brianza, sono 63mila. Per questo, secondo Marco Accornero, segretario generale dell’Unione artigiani di Monza e Brianza “occorre puntare piuttosto alla riduzione del peso fiscale, alle semplificazioni e alla defiscalizzazione della formazione”. Per l’artigianato brianzolo, dunque, l’articolo 18 “non costituisce la priorità degli interventi da mettere in campo per dare un nuovo assetto al mercato del lavoro. Per gli artigiani il Governo punti a ridurre il cuneo fiscale che grava sulle imprese e a favorire i contratti aziendali in deroga a quelli nazionali”. Il Governo Renzi, per il settore artigiano, deve puntare su altri aspetti. “Occorre affidare alla fiscalità generale costi che le appartengono, come ad esempio quelli per maternità e malattie, semplificare le norme sulla sicurezza del lavoro per le attività meno rischiose che assumo il primo dipendente, bisogna poi combattere l’assenteismo, favorito spesso con certificati medici di favore, defiscalizzare gli investimenti in formazione del personale e consentire che le ore di formazione non siano retribuite.”