Un dipinto di Eugenio Spreafico in dono ai Musei civici di Monza

"Réverie. Ritratto di donna con violetta" è il titolo del dipinto del pittore dell'Ottocento che è stato donato dai fratelli Camparada.
"Réverie. Ritratto di donna con violetta" di Eugenio Spreafico donato ai Musei civici di Monza
“Réverie. Ritratto di donna con violetta” di Eugenio Spreafico donato ai Musei civici di Monza

Ha la testa adagiata sulla poltrona rivestita da una stoffa gialla, in un momento di riposo, e ha un mazzolino di fiori in mano la giovane immortalata da Eugenio Spreafico, uno dei massimi esponenti della pittura lombarda dell’Ottocento.

Il ritratto di donna con violette eseguito dal pittore monzese, del valore di 35.000 euro, dalla scorsa settimana è entrato nel patrimonio dei Musei civici di Monza e potrà essere ammirato dai visitatori: a donarlo alla città sono stati i fratelli Giorgio, Aldo e Milena Camparada che lo hanno ereditato dai genitori, Mara e Sandro. La tela era stata acquistata dal nonno Aldo Resnati, imprenditore appassionato di arte, e nel 1989 è stato esposto al Serrone della Villa Reale, in occasione della mostra dedicata dal Comune a Spreafico. Si intitola “Réverie. Ritratto di donna con violetta”.

Spreafico, i Musei civici, i fratelli Camparada

"Réverie. Ritratto di donna con violetta" di Eugenio Spreafico donato ai Musei civici di Monza
“Réverie. Ritratto di donna con violetta” di Eugenio Spreafico donato ai Musei civici di Monza

«I nostri genitori – spiega Giorgio Aldo Camparada – erano molto legati alla loro città: proprio per questo ci è sembrato giusto donare il quadro ai Musei civici in loro memoria. Per il ritratto è un po’ come tornare a casa». Camparada, che non abita più a Monza, la ricorda fin da quando era bambino quella signora vestita di bianco con le violette in mano: «Da piccolo la vedevo dai nonni – racconta – poi è arrivata in casa nostra: quando la nonna veniva a trovarci diceva sempre che quella donna le trasmetteva una sensazione di pace».

L’opera di Spreafico non era l’unica di valore nell’abitazione dei Resnati: ce n’erano anche alcune di Anselmo Bucci e i due fratelli hanno scoperto un carteggio tra i nonni e la sorella del pittore marchigiano morto in città nel 1955.

Resnati, classe 1898, amava in particolare la pittura lombarda, e frequentava le gallerie d’arte dell’epoca: era un imprenditore cresciuto dal nulla, come tanti in Brianza, che aveva creato un’azienda florida grazie alla propria intraprendenza e all’intuito. «Ha cominciato a lavorare da ragazzo – afferma il nipote – nell’attività di recupero di filati e stracci dello zio e quando lui è stato richiamato in guerra l’ha fatta prosperare».

Il nonno dei Camparada, il Rotary Club e lo strofinol

Al termine del Primo conflitto mondiale si è messo in proprio: «Ritirava le pezze e gli scarti di filatura – aggiunge Camparada – che ricardava e filava nuovamente. Andava anche a Parigi alla ricerca di materiale» a cui ridare una nuova vita come dimostrano alcune seggioline fatte con tessuti riciclati.
La sua impresa, cresciuta nel tempo, ha proseguito l’attività fino agli anni Sessanta: Resnati che è stato tra i protagonisti della vita sociale monzese e tra i fondatori del Rotary Club, è stato anche una sorta di inventore. Ha brevettato lo “strofinol”, uno straccio particolare, che si tagliava da un cubo, che nei primi decenni del Novecento veniva impiegato negli stabilimenti per pulire i macchinari dopo le lavorazioni.

«Mi ricordo il nonno negli anni Settanta – aggiunge Camparada – lui che ha lavorato una vita nel recupero delle stoffe diventava matto nel vedere che si buttava tutto: non apprezzava la cultura dell’usa e getta. Anche in quello era in anticipo sui tempi». Il quadro, spiegano dai Musei civici, ora sarà affidato al restauratore per la pulizia, dopodiché sarà esposto (per ora temporaneamente) al pubblico.