Monza si candida per essere la “città della Monaca”: valorizzare il patrimonio e connettere il territorio

Monza dopo essere rientrata nel circuito delle “Città dei motori” si candida ad essere “la città della Monaca”.
monaca monza giuseppe molteni pavia
monaca monza giuseppe molteni pavia Massimiliano Rossin

Dici Monza e il pensiero corre all’autodromo, ma anche alla figura di Marianna De Leyva, la “Monaca di Monza” resa immortale dalle pagine dei “Promessi Sposi”.
La città dopo essere rientrata nel circuito delle “Città dei motori” si candida ad essere “la città della Monaca” e, con un progetto di valorizzazione del patrimonio dei Musei civici, la giunta ha deciso di aderire al bando di regione lombardia per le attività culturali.

Monza si candida per essere la “città della Monaca”: progetto da 53mila euro, il cuore ai Musei civici

L’obiettivo del progetto da 53mila euro (il bando ne mette a disposizione 35mila) è quello di valorizzare il patrimonio museale e di connetterlo con il territorio e i luoghi ancora visibili dove la monaca visse tra il Cinquecento e il Seicento.
Il cuore del progetto sarà ai Musei civici dove saranno esposte alcune opere dedicate a Marianna De Leyva oggi nei depositi, poi altro materiale proveniente dall’archivio storico comunale, tra cui i documenti autografi della “Signora”, sarà caricato sui display multimediali già presenti all’intero del museo. Da via Teodolinda partiranno quindi alcuni itinerari tematici alla scoperta dei luoghi della monaca.

«Il progetto – osserva l’assessora alla cultura Arianna Bettinpermetterà di conferire un valore aggiunto al patrimonio artistico del museo e della città, grazie all’approfondimento della figura di Marianna de Leyva, resa nota da Alessandro Manzoni come suor Gertrude, la monaca di Monza, offrendo una panoramica storica e letteraria del personaggio. Qualora il progetto risultasse vincitore del finanziamento, il nostro percorso di visita si arricchirebbe ulteriormente e consoliderebbe il suo particolare successo presso le scolaresche. Inoltre confermerebbe lo statuto di Monza come città manzoniana».

Monza si candida per essere la “città della Monaca”: le opere da valorizzare

L’opera più significativa nelle raccolte museali è il ritratto della Signora di Monza dipinta dal Molteni fedele alla descrizione fatta dal Manzoni, altre opere scelte per l’itinerario manzoniano raffigurano l’arengario con la chiesa di san Maurizio prima che fosse demolita a fine Ottocento, il duomo, il Castello visconteo all’epoca dei fatti proprietà della famiglia De Leyva (allora feudatari di Monza); la porta di san Biagio che si apriva nella cinta muraria medievale, ancora esistente all’epoca; lo stendardo processionale realizzato durante la pestilenza del 1630; il dipinto devozionale di San Gerardo con i miracoli a lui attribuiti ambientati nella Monza seicentesca; il ritratto del cardinale Durini (la famiglia che acquistò il feudo dai De Leyva nel 1648).

Dai depositi usciranno ulteriori opere riconducibili al romanzo del Manzoni, in particolare l’acquerello di Mosè Bianchi che raffigura la monaca e la veduta di Porta Nuova durante la demolizione ottocentesca di Giosuè Bianchi. Dal gabinetto delle stampe dei Musei civici potranno essere inserite nel progetto le incisioni – databili tra ‘700 e ‘800 – che raffigurano suor Virginia e vedute della città, oltre ad uno splendido ritratto di Alessandro Manzoni e ad alcune stampe di illustrazione di episodi dei Promessi Sposi.