Libri: Gaetano Osculati, l’esploratore brianzolo che fu il “Marco Polo del Brasile”

La figura del biassonese Gaetano Osculati, un brianzolo di mare, raccontato nell'ultimo libro del giornalista Marco Valle.
Libri Marco Valle
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Tra le vite avventurose dei “Viaggiatori straordinari” narrate da Marco Valle nel suo ultimo libro edito per “Neri Pozza” c’è anche quella di “un brianzolo di mare”: il biassonese Gaetano Osculati.

Libri: Gaetano Osculati, la biografia ricostruita da Marco Valle

Nato a San Giorgio al Lambro, il 25 ottobre 1808 e diplomato a Livorno capitano di lungo corso. Una vocazione che s’intrecciava con la sua irrequietezza ma che nemmeno la voce delle onde riuscì a placare. Lo confermano i continui imbarchi e sbarchi da navi mercantili dove serviva come cadetto per completare il tirocinio. La rigida disciplina di bordo non era cosa per lui e allora, grazie ai denari paterni, decise di girare il mondo per conto proprio e dedicarsi alle scienze naturali, la sua vera passione”, scrive Valle.

Libri Marco Valle Viaggiatori Straordinari
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Libri: Gaetano Osculati e il Rio delle Amazzoni

Giunto sulle sponde del Rio delle Amazzoni:Gaetano osservò con attenzione le varie popolazioni e ovunque raccolse materiali d’ogni tipo: ceramiche, tessuti, piante, insetti (tra cui il coleottero Boeoscelis Osculati). Condusse delle ricerche archeologiche nell’area degli omagua, una tribù oggi semiestinta. Annotando, disegnando, misurando. Fu la prima descrizione professionale del cuore più selvaggio dell’America meridionale” continua Valle, scrittore e firma de “Il Giornale”.

Nel 1880, l’imperatore del Brasile Dom Pedro II in visita in Italia volle incontrarlo per congratularsi dell’ormai lontana impresa e consegnargli un riconoscimento ufficiale. Il gesto colpì la stampa italiana che per qualche settimana ricordò le gesta di quel dimenticato ‘Marco Polo del Brasile’ abbracciato dal monarca carioca”, conclude l’autore.

Libri: Gaetano Osculati, il ruolo degli esploratori nella società

L’iconografia popolare racconta le gesta di uomini alla conquista di immensità sconosciute, con in testa il casco coloniale e nelle mani una mappa, un sestante o un fucile: un ritratto eccezionale, ma ingenuo. Nella realtà, gli esploratori furono espressione di un’epoca, con una precisa funzione sociale e politica: informare i contemporanei sullo stato del mondo, cercare risorse, fondare colonie. Al tempo stesso, però, dai loro diari traspaiono uomini inquieti, a disagio se non in totale rottura con le società da cui provengono. Nelle “terre incognite” Osculati e gli altri cercavano non solo fama e ricchezze, ma il senso della propria esistenza.