Giardini storici: “Sono una vera forma d’arte in continua evoluzione”

Parla Laura Sabrina Pelissetti, fondatrice nel 2008 del ReGiS, la Rete dei giardini storici fondata.
Monza Parco
Monza Parco Fabrizio Radaelli

Per la loro sede hanno scelto Villa Ghirlanda Silva di Cinisello. La Villa e il parco appartenuti a quell’Ercole Silva che nella Milano illuminista scrisse “Dell’arte dei giardini Inglesi” e fu chiamato dal Piermarini come consulente nella progettazione dei giardini reali, oggi sono la sede di ReGiS, la Rete dei giardini storici fondata nel 2008 da Laura Sabrina Pelissetti, storica dell’arte con un dottorato in conservazione dei beni culturali.

Come nasce l’idea di una rete di giardini storici?
Nasciamo dopo aver portato a Villa Ghirlanda i maggiori specialisti di parchi storici di proprietà pubblica. Ci siamo resi conto che i comuni che hanno in dotazione questi tesori spesso non hanno le competenze e la capacità di cogliere la fragilità di questi beni in continua evoluzione e le loro potenzialità.

Chi compone la rete di ReGis?
Naturalmente la Soprintendenza, il Politecnico di Milano, i due centri di formazione più importanti del territorio come la scuola d’agraria del parco di Monza e la scuola di Minoprio. Negli anni hanno aderito Cinisello, Monza, Lainate, Cuggiono con Villa Annoni, Desio con Villa Tittoni, Cesano Maderno, Legnano per il parco dell’ex sanatorio, Sesto San Giovanni con le ville della borghesia milanese.

Vi occupate solo di giardini e parchi pubblici?
No, in realtà abbiamo appena avuto il riconoscimento da parte di Regione Lombardia e il nostro statuto ci permette di collaborare anche con i privati e siamo proprio in contatto con alcuni proprietari di beni importanti che hanno bisogno del nostro aiuto.

Chi sono le professionalità che mettete a disposizione ?
Ci sono architetti, storici dell’arte, architetti paesaggisti, agronomi, botanici, tecnici che devono poi operare sul sito. La nostra forza è quella di far dialogare i professionisti con i tecnici.

I parchi e giardini storici sono dei veri e propri musei a cielo aperto. Però finora sono stati poco considerati.
Assolutamente. Per anni ci si è occupati più delle ville e delle costruzioni architettoniche, ma i giardini nascono come stanze verdi profondamente legati all’architettura delle ville di delizia. L’avvio dell’interesse per i giardini storici nasce nel 1981 con la Carta di Firenze. Per fortuna oggi c’è un’attenzione sempre più grande.

Cosa l’affascina della storia dei giardini storici?
Sono una forma d’arte che mostra tutta la propria fragilità, ma anche la grande forza. Sono un’opera viva in continua evoluzione. Personalmente, da piemontese, mi sono innamorata di Villa Ghirlanda Silva e del suo parco e ormai mi sento molto lombarda. Ercole Silva è stata una figura fondamentale nell’arte dei giardini, lui sperimentava nel suo giardino e poi faceva consulenze al Piermarini.

Un pensiero per ogni giardino?
Ognuno è unico e bisogna valorizzare le peculiarità. Villa Visconti Borromeo Litta è il giardino artistico dei giochi d’acqua, Villa Annoni a Cuggiono ha una grande vocazione agricola come il parco di Monza, Villa Tittoni è citata da Silva come primo giardino all’inglese come villa Belgioioso a Milano. Cesano è il giardino formale tardo barocco, Legnano è il giardino terapeutico di un ex sanatorio, Sesto ha i giardini dell’alta imprenditoria.

Cosa pensa dell’iniziativa regionale di catalogare i giardini lombardi?
È un’ottima iniziativa a cui abbiamo già dato la disponibilità per collaborare. Potrà essere l’occasione per ampliare la rete.